“Ho cinque orgasmi al giorno e non è divertente”: una donna rivela l’agonia della “costante eccitazione”. Emily McMahon, una donna di 36 anni di Melbourne, convive con una rara e debilitante condizione nota come disturbo dell’eccitazione genitale persistente (PGAD). Questo disturbo le provoca un continuo stato di eccitazione sessuale, indipendente dal desiderio o dall’attività sessuale, portandola ad avere fino a cinque orgasmi al giorno.
E non è affatto un’esperienza piacevole, la condizione è per lei fonte di intenso dolore all’inguine, angoscia durante i rapporti sessuali e imbarazzanti perdite di liquidi. Emily descrive il dolore come una sensazione acuta e lancinante, paragonabile a un’onda pulsante di orgasmo amplificata venti volte. Le vibrazioni dei mezzi pubblici o il semplice camminare in un centro commerciale possono scatenare episodi improvvisi, spesso sotto gli occhi di estranei che non comprendono la sua sofferenza.
“La gente pensa che io sia costantemente eccitata, ma non è così: è il mio corpo a generare questa sensazione”, spiega in un video pubblicato dal Daily Mail. Si ritiene che il PGAD colpisca prevalentemente donne, ed è probabilmente dovuto a un malfunzionamento dei nervi che collegano il cervello ai genitali. Non esiste una cura definitiva, ma alcuni farmaci possono ridurre i segnali nervosi per alleviare i sintomi.
Inoperabile
Emily assume quotidianamente un farmaco che probabilmente dovrà prendere per tutta la vita. Un intervento chirurgico potrebbe distruggere il nervo danneggiato, ma è disponibile solo negli Stati Uniti e per lei è economicamente inaccessibile. La sua condizione si è manifestata nove anni fa in modo improvviso. Inizialmente i medici sospettavano una ciste sul lato destro del clitoride, ma successivamente hanno scoperto che il problema era un nervo danneggiato.
La malattia influisce anche sulla sua vita sentimentale. Da due anni ha una relazione a distanza con Andrew, un uomo di 38 anni che non ha mai incontrato di persona. Pur potendo avere rapporti sessuali, questi sono estremamente dolorosi. Nonostante ciò, il suo partner si è dimostrato molto comprensivo, cosa che per lei è fondamentale. Ha anche deciso di non avere figli, temendo che la condizione possa essere ereditaria.
Emily ha scelto di raccontare la sua esperienza per sensibilizzare il pubblico sul PGAD, una malattia spesso fraintesa e oggetto di battute. Troppo spesso le persone ridono o mettono in dubbio la sua esistenza, senza comprendere quanto sia invalidante. “Non desidero altro che una cura e che finiscano le prepotenze e i giudizi”, afferma. Ritiene che la medicina debba investire di più nella ricerca per trovare trattamenti efficaci e dare sollievo a chi, come lei, vive con questa condizione ogni giorno.
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