Scomparso dal 2004, il tragico epilogo oltre 20 anni dopo: trovato in fondo a un bacino idrico. I resti di Steven Willard Anderson, scomparso nel 2004, sono stati identificati dopo il recupero da un veicolo sommerso nel bacino idrico di Starvation, nello Utah. Il test del DNA ha confermato l’identità, chiudendo un caso irrisolto per quasi due decenni e offrendo finalmente risposte alla famiglia. Anderson era scomparso mentre viaggiava dal suo domicilio a Murray verso la baita di famiglia a Dutch John, un percorso di oltre 320 chilometri.
Durante il tragitto, interruppe improvvisamente le comunicazioni con il padre, che allarmato si recò alla baita senza trovare tracce del figlio. Le indagini iniziali non portarono a risultati concreti, poiché non furono rilevati segni di incidente stradale né movimenti sui conti bancari di Anderson. Col passare degli anni, il caso perse visibilità e le ricerche si affievolirono, lasciando la famiglia senza risposte.
La svolta è arrivata nel settembre 2024, quando una squadra composta da volontari e agenti delle forze dell’ordine ha rinvenuto un SUV sommerso a circa 15 metri di profondità nel bacino di Starvation, situato a metà strada tra Murray e Dutch John. I resti umani trovati all’interno del veicolo sono stati analizzati dal Dipartimento di medicina legale dello Utah, che ha confermato l’identità di Anderson tramite test del DNA eseguiti in collaborazione con una società privata.
Le autorità non sospettano alcun crimine e il caso è stato ufficialmente chiuso. Tuttavia, non è stato chiarito come il veicolo sia finito in acqua. La posizione vicino a un ponte alto 488 metri fa ipotizzare una possibile uscita di strada, ma non ci sono testimoni dell’accaduto.
Le ricerche
Il ritrovamento è stato possibile grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine e organizzazioni civili, tra cui la United Search Corps, un’organizzazione senza scopo di lucro specializzata nella ricerca di persone scomparse. Il gruppo, guidato da Doug Bishop, ha lavorato insieme alle autorità per ispezionare aree difficili da raggiungere.
Anche l’imprenditore e creatore di contenuti Dave Sparks ha partecipato attivamente alla ricerca, documentando gli sforzi su YouTube, il che ha contribuito a mantenere alta l’attenzione pubblica sul caso. La ricerca ha utilizzato tecnologie avanzate come sonar e droni sottomarini per esplorare aree precedentemente inaccessibili del bacino di Starvation, che copre un’area di 4.000 acri.
La scoperta ha permesso alla famiglia di chiudere un capitolo doloroso. La figlia di Anderson, Emily, aveva ipotizzato che il padre e il suo veicolo potessero essere sommersi da qualche parte, mentre il padre di Steven, Boyd Anderson, aveva ricordato che il figlio aveva mostrato segni di depressione prima del viaggio.
Sebbene il caso sia stato chiuso, permangono dubbi sulle circostanze esatte della morte di Anderson e sul motivo per cui il bacino non sia stato indagato in modo approfondito prima d’ora. Il caso evidenzia l’importanza della collaborazione tra autorità e volontari e l’efficacia delle nuove tecnologie nella risoluzione di casi di scomparse a lungo irrisolti.
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