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FolleMente, i protagonisti: “Dice qualcosa che in realtà ci portiamo dietro da secoli. Fa parte di un processo che si è innescato”

FolleMente, i protagonisti: “Dice qualcosa che in realtà ci portiamo dietro da secoli. Fa parte di un processo che si è innescato”. FolleMente, i protagonisti Edoardo Leo, Marco Giallini, Claudio Santamaria, Rocco Papaleo e Maurizio Lastrico raccontano i rispettivi ruoli nella commedia romantica di Paolo Genovese (nelle sale dal prossimo giovedì, 20 febbraio),in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Io sono Piero, protagonista della storia d’amore insieme a Pilar Fogliati. Sono un professore di Storia e filosofia che ha chiuso da poco un matrimonio e ha una figlia piccola in affido congiunto. Durante il primo appuntamento con una nuova possibile compagna, oltre al retaggio di quello che gli è successo, Piero porta con sé le sovrastrutture che condizionano tutti i miei coetanei, in primis la paura di credere ancora all’amore», esordisce Edoardo Leo, parlando del suo personaggio.

FolleMente, i protagonisti: “Dice qualcosa che in realtà ci portiamo dietro da secoli”

A fargli da contrappunto ci sono le quattro personalità che abitano la sua mente. Marco Giallini ne interpreta una e la descrive così: «Io sono il Professore, ovvero la parte dotta e razionale del protagonista. Sono ligio alle regole e un po’ giudicante, ma sotto sotto desidero solo lasciarmi andare». Claudio Santamaria, invece, veste i panni di Eros: «Il mio ruolo è Eros, la parte più istintiva, sensuale ed edonista di Piero, che pensa soltanto all’amore passionale».

Maurizio Lastrico dà voce a un altro aspetto della personalità del protagonista: «Io invece sono Romeo, la componente aggregativa, romantica e riflessiva». Infine, Rocco Papaleo introduce il suo personaggio con una battuta che ne anticipa la natura: «E io Valium – un nome che denota una certa dimestichezza con gli psicofarmaci – e rappresento la follia, l’estro al limite della normalità, per quanto il concetto di normalità possa essere oggettivo».

FolleMente, i protagonisti: “Fa parte di un processo che si è innescato”

A questo punto viene spontaneo chiedersi se gli attori si riconoscano nei personaggi che interpretano. La reazione di Marco Giallini è netta: «Per niente!» esclama, senza esitazioni. Papaleo, invece, ammette di attingere sempre a qualcosa di sé nei suoi ruoli: «Ogni ruolo che interpreto parte da una mia sfaccettatura: raramente nella mia vita di attore mi è successo di allontanarmi in alto mare tanto da non vedere più gli ombrelloni». Santamaria offre una sintesi efficace: «Diciamo che io ho qualcosa di Eros, ma lui non ha tutto me».

Lastrico riflette su Romeo e sul suo legame con lui: «Forse mi piacerebbe essere come Romeo, però poi, dopo che nella vita hai preso un po’ di sberle, sopraggiunge una parte più dura e irascibile, meno aperta verso il mondo, in un atteggiamento di difesa e di autoprotezione». Edoardo Leo, invece, si sente particolarmente vicino al suo Piero: «Piero è professore di liceo, che era il mio piano B se non avessi fatto l’attore, anche io ho una passione per la letteratura, e cerco di avere un approccio gentile alle persone. Alcuni suoi aspetti riguardano un po’ tutta la mia generazione, in particolare le paure che ci portiamo dietro nell’iniziare una relazione nuova, che sia amorosa, professionale o amichevole: a 45-50 anni sei carico di un vissuto, e diventa ovviamente tutto più complicato».

Il film affronta anche il tema delle relazioni tra uomini e donne nella società contemporanea. Sono cambiate? Papaleo ne è convinto: «Fortunatamente sì. Fa parte di un processo che si è innescato, come ha ben rappresentato Paola Cortellesi in C’è ancora domani, nel Dopoguerra: dal fatidico momento in cui le donne sono andate alle urne, piano piano e con grandi sforzi, il loro rapporto con gli uomini è diventato sempre più paritario». Santamaria aggiunge un altro punto di vista: «La donna ora sta lottando contro stereotipi di ogni genere, maschilisti e femministi, alla ricerca di esseri umani consapevoli che sappiano comportarsi con loro con rispetto».

FolleMente, i protagonisti: “Politically correct? Sarebbe sciocco preoccuparsene”

Lastrico osserva come la società contemporanea abbia modificato il modo in cui affrontiamo le scelte sentimentali: «Siamo in un momento difficile: abituati ai siti comparativi alla Tripadvisor abbiamo sempre paura di non fare la scelta migliore e rischiamo di rimanere impantanati. Questo ci preclude la possibilità di goderci quella parte della vita che è fatta di avventura e di sorpresa, restando in una “zona comfort” che però addormenta quella parte che vorrebbe scoprire le cose, anche a rischio di sbagliare».

Il film, pur essendo una commedia, tocca anche temi delicati. Sul set vi siete posti il problema di essere politically correct? Lastrico affronta la questione con franchezza: «Sarebbe sciocco preoccuparsene, nell’ambito della comicità. Siamo permeati da quest’ansia, devi sempre chiederti se ciò che dici darà fastidio a qualcuno: ma se è funzionale alla storia, se racconta bene un comportamento umano, fa semplicemente parte di un’esigenza narrativa».

Leo spiega che il film non si sottrae a certi argomenti

«In FolleMente ognuno dei due protagonisti ha nella mente un personaggio che ragiona in modo poco politically correct, principalmente in tema di sessualità. Ed era giusto dargli spazio, perché fa parte della natura umana». Papaleo sottolinea come Genovese abbia saputo trattare il tema con equilibrio: «Non ho avuto la sensazione di trovarci di fronte a dei limiti. Paolo Genovese riesce a parlare in modo molto equilibrato a tutti senza offendere le sensibilità di nessuno».

“Il film fa capire che abbiamo un bisogno incredibile di amore”

Ma, in definitiva, qual è il messaggio del film sull’amore oggi? Leo offre una risposta chiara: «Dice qualcosa che in realtà ci portiamo dietro da secoli, cioè che dovremmo essere più bravi a esprimere quello che davvero pensiamo e non preoccuparci della possibile reazione». Santamaria concorda e aggiunge: «Il film di Genovese ci ricorda che è importantissimo dirsi la verità, condividere quello che si ha dentro perché il rapporto sia autentico e duraturo. Se è basato sulla menzogna si sfascia, perché prima o poi si finisce per rivelarsi per quello che si è veramente: quindi è meglio essere onesti e franchi fin dall’inizio».

Lastrico offre una riflessione più ampia: «Credo che il film faccia capire che abbiamo un bisogno incredibile di amore, e che oggi è difficile trovargli posto nella nostra vita. Ci illudiamo di poterlo inserire nella nostra quotidianità come una specie di attività, un corso di pilates da far rientrare nella routine programmata. Abbiamo implementato un meccanismo dentro di noi che ci fa sentire ogni momento non produttivo come una perdita di tempo, una specie di peccato, il che rende difficile che tanto l’amore per gli altri quanto quello per noi stessi, o anche semplicemente per la vita, possa insinuarsi in uno schema mentale così ristretto. Invece l’amore esige il suo spazio, non vuole mai lasciarsi incasellare».

Papaleo chiude con una riflessione personale: «FolleMente ci ricorda che l’amore è ciò che dobbiamo cercare. Se guardo la mia vita di quasi 67enne, penso che i momenti più entusiasmanti sono quelli in cui sono stato innamorato».

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