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Eleonora Giorgi: “Condizioni? Le cure mi tengono in vita solo per un motivo. La consapevolezza della morte ti fa analizzare le cose in modo diverso”

Eleonora Giorgi: “Condizioni? Le cure mi tengono in vita solo per un motivo. La consapevolezza della morte ti fa analizzare le cose in modo diverso”. Eleonora Giorgi sulle sue condizioni, e non solo, l’attrice romana, 71 anni, parla dello stato della sua salute dopo la terribile diagnosi di tumore al pancreas, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Eleonora Giorgi si trova in una clinica romana, dove sta affrontando con forza e determinazione la sua malattia. «Debole, ma la mia origine austroungarica mi fa essere soldato di me stessa: dopo l’ultima crisi di tre settimane fa il mio oncologo ha deciso di ricoverarmi. Mi sono ritrovata da sola in casa, di notte, a urlare, in preda ai dolori. Qui ho recuperato le forze».

Accolta in un ambiente eccellente, è seguita con grande attenzione da due oncologi, Paolo e Luca Marchetti, padre e figlio, che lottano al suo fianco. «In un luogo eccellente, nelle mani di due oncologi bravissimi, Paolo e Luca Marchetti, padre e figlio. Lottano con me. Ma sono grata anche alla sanità pubblica: mi sono ritrovata in fila a fare la chemio con Angela, la meravigliosa sartina dei set di Marcello Mastroianni».

Eleonora Giorgi: “Condizioni? Le cure mi tengono in vita solo per un motivo”

Nonostante le difficoltà, non prova rabbia, anzi, si sente circondata dall’affetto della sua famiglia e del pubblico. «No, perché ho il cuore pieno dell’affetto della famiglia e del pubblico. I miei figli, durante le flebo, mi hanno stretto la mano per 14 ore di fila».

Ha scelto di condividere apertamente la sua malattia, senza mai pentirsene. Per lei è naturale raccontare la propria vita, come ha sempre fatto fin da giovane. «Sono un personaggio da quando ho 20 anni, ho condiviso tutto. Non c’è nulla di male a dire che non riesco a fare più di dieci passi. Sto facendo la terapia del dolore, morfina e cortisone. Ho un’ampolla al collo e l’ossigeno: mi tengono in vita non perché ci sia futuro, ma perché tutto succeda il più tardi possibile. Ogni giorno è un regalo».

Ciò che la sostiene maggiormente è l’amore dei suoi figli, che non le fanno mai mancare la loro presenza. «L’amore dei miei figli: gli infermieri mi dicono non è scontato. Mi raccontano di quarantenni spaventati davanti ai genitori gravemente malati. Non lasciate solo chi soffre, soprattutto di domenica, il giorno più triste. A San Valentino mia nuora Clizia è venuta con il mio adorato nipotino Gabriele, di tre anni. Gli hanno detto che la nonna è in albergo: abbiamo liberato in aria dei palloni rossi».

Eleonora Giorgi: “La consapevolezza della morte ti fa analizzare le cose in modo diverso”

Le notti sono il momento più difficile, quando il silenzio amplifica le emozioni e i pensieri. Tuttavia, non ha paura, anzi, ha temuto molto di più la vita stessa. «La notte, che passo sveglia. Nel silenzio mi sento su un’altalena, sospesa. Non sono spaventata: ho avuto molta più paura di vivere. La vita a volte è crudele. Trovarsi nella consapevolezza della morte ti fa analizzare le cose in modo diverso. Mentre dormo, adesso sogno. Prima non succedeva. E quando mi sveglio ripenso ai miei figli da piccoli, frutto dell’amore con due uomini che hanno scelto di diventare padri con me».

Non mancano i ricordi dolorosi, tra cui la perdita di Alessandro Momo, il suo primo fidanzato, e il difficile rapporto con le droghe. «La scomparsa di Alessandro Momo, il mio primo fidanzato. E le droghe: oggi, quando mi sedano, quelle sostanze in parte le riconosco».

Le sue giornate seguono un ritmo scandito dalle terapie, che affronta con la determinazione che la contraddistingue. «In una piccola Guantanamo, come la chiamo scherzando: tre cicli di terapie, dalle 7 del mattino alle 7 di sera. Poi il silenzio. Mi ha fatto compagnia Sanremo e ringrazio Bianca Balti per avermi ricordata. Le auguro di guarire presto, fa male vedere una donna giovane soffrire».

L’affetto dei suoi cari si manifesta in tanti piccoli gesti, come quelli di Massimo Ciavarro, che le ha detto parole cariche di amore e riconoscenza. «È tornato da Lampedusa, dove vive, per portarmi cose cucinate da lui: gli gnocchi alla romana, le polpettine con il purè, il merluzzo al vapore. È rimasto per dieci giorni».

Eleonora Giorgi: “La mia anima è pronta a essere portata via con il vento”

Non è religiosa, ma avverte una connessione con qualcosa di più grande, un senso del divino che le dà pace. «Non sono religiosa, ma ho il senso del divino. La mia anima è pronta a essere portata via con il vento. La vita per me ha un senso magico».

Si interroga su cosa ci sia dopo, e spera di ritrovare gli affetti più cari, compresi i suoi amori passati. «Vorrei riabbracciare la mia cagnolina Klari, spero venga di corsa incontro a me. Poi mia nonna e Angelo. E i due brevi amori napoletani, Pino Daniele e Massimo Troisi».

Il motto che ha guidato la sua vita è sempre stato “ricominciare sempre”, e una delle qualità che più l’ha aiutata è stata l’autoironia. «Fino a poco fa era “ricominciare sempre”». «L’autoironia. Quando sono andata a fare la biopsia ai polmoni ero già segnata nel corpo. Così, per sentirmi meglio, ho indossato un body in tulle nero elasticizzato. E poi mi ha aiutato il mestiere: sono rimasta immobile, durante esami delicati, pensando che fosse un ruolo».

Non si riconosce nella definizione di “guerriera”, preferendo vedersi come una persona che cerca di mettere ordine nei suoi ricordi e nella sua vita. «Sì e non mi piace. Mi sento più una archivista che cerca di mettere ordine nel caos».

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