Home » Camille Cottin: “Tre Amiche? Capisco Alice per un aspetto. Mi commuove molto essere nel posto in cui sono”
Cinema Spettacolo

Camille Cottin: “Tre Amiche? Capisco Alice per un aspetto. Mi commuove molto essere nel posto in cui sono”

Camille Cottin: “Tre Amiche? Capisco Alice per un aspetto. Mi commuove molto essere nel posto in cui sono”. Camille Cottin su Tre Amiche l’attrice francese, 46 anni, veste i panni di una delle protagoniste del film diretto da Emmanuel Mouret, nelle sale da prossimo 19 giugno. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Nel corso della sua carriera, ha portato in scena la parola di Bulgakov e Corneille, ma è la commedia a calzarle come un guanto. Tuttavia, non si sente vincolata a un solo genere. “Forse è così, ma non posso impedirmi di andare dove non sono mai stata, anche se nell’esplorazione di nuovi mondi c’è sempre un rischio e anche se sono goffa. Ma non ho voglia di restare tutto il tempo nello stesso registro. Ho un grande appetito”.

Il film in cui recita si distingue per il modo in cui i francesi riescono a parlare d’amore, unendo tradizione e modernità. Le protagoniste si muovono tra case piene di libri, sale di cinema dove ridono per Buster Keaton e guardano Notorious di Alfred Hitchcock, mescolando l’eredità di Rohmer, Marivaux e Woody Allen. “Il film si nutre di una dimensione letteraria, quasi ottocentesca, nel gioco sottile delle variazioni, dei contrappunti. Il mio è il personaggio più moderno, più pragmatico. In parte capisco Alice, solo in parte. Comprendo quando dice che la passione è magnifica, ma che nella passione non siamo liberi. E capisco che quella condizione faccia paura. Può anche trattarsi di una bella storia, non è detto comporti prevaricazione di uno sull’altro, ma c’è pur sempre un coté drammatico nella passione, qualcosa di incontrollabile”.

Camille Cottin: “Tre Amiche? Capisco Alice per un aspetto”

Uno dei momenti più significativi del film è rappresentato dalla frase pronunciata dal marito lasciato, il cui fantasma dice: «Soffrire, sbagliare, anche questo è essere vivi». Questo spunto porta a una riflessione più personale sulla gestione delle passioni. “Mi è capitato di soffrire per il desiderio quando ero giovane, adolescente. Per la prima volta sentivo di non avere il controllo e questo mi sfiniva, mi lasciava senza energie e volevo solo che finisse, che la passione si esaurisse, ma non sapevo come fare. Poi ho capito che si può essere innamorati e amici allo stesso tempo, anzi credo che l’amicizia sia una componente essenziale di una storia d’amore ricca e matura. Ma non potrei vivere senza essere innamorata”.

Guardando al proprio percorso, si interroga su come faccia i conti con i suoi desideri e su dove si trovi lungo il suo cammino artistico e personale. “Mi commuove molto essere nel posto in cui sono e dove non avrei mai immaginato di trovarmi un giorno. Uno dei regali che mi ha fatto la tv è stato di poter ampliare le mie scelte: ho fatto un film, Ni chaînes ni maîtres, Né catene né padroni, uscito in Francia a fine 2024, ancora inedito da noi, in cui sono un personaggio totalmente negativo. Sono una cacciatrice di schiavi. E una fanatica, persuasa di essere mandata da Dio a fare quel lavoro. Quando ho accettato di fare Chiami il mio agente, e c’è voluto un po’ a convincermi, ero certa che quella scelta mi avrebbe per sempre precluso il cinema. Ma le cose non vanno mai dritte come ce le immaginiamo, per fortuna la vita è piena di curve”.

Camille Cottin: “Mi commuove molto essere nel posto in cui sono”

Nata e cresciuta a Parigi, ha scelto di rimanervi anche ora che è un volto noto. La sua quotidianità, però, resta sorprendentemente normale. “Totalmente: prendo la metropolitana, la Rer, la rete di treni regionali, faccio la spesa da Franprix e Monoprix, due catene di supermercati molto popolari. Certo mi riconoscono, ma sono tutti sempre gentili. Se mi rivolgono la parola è perché hanno amato quello che faccio, non mi è mai capitato che qualcuno mi abbia fermato per dirmi: Io la detesto. Certe volte mi sembra di essere in una commedia musicale di Jacques Demy, nelle Demoiselles de Rochefort dove la gente mi avvicina e mi dice: Bonjour, come se ci conoscessimo. Sono sguardi calorosi, simpatici, parole gentili, e non sempre vogliono una foto. Ci sono attori e attrici che suscitano un’eccitazione che sta dalle parti del mito, non è il mio caso. Non sto in quella categoria. Io suscito un’eccitazione tranquilla“.

Oltre al suo lavoro nel cinema e in televisione, si è impegnata anche per la parità di genere nell’industria dello spettacolo, facendo parte del collettivo 50/50, attivo dal 2020. Anche se oggi non partecipa più alle riunioni, continua a seguire da vicino l’evoluzione della situazione. “Mi tengo al corrente, ma da un po’ non seguo più le riunioni. Un cambiamento in questi anni c’è stato, il senso di impunità non è più così diffuso. Anche se c’è ancora qualche soffitto di cristallo da far saltare. Oggi gli artisti sanno che una denuncia ha il potere di fermare tutto, il silenzio non è più possibile. Depardieu sarà giudicato, il processo si dovrebbe concludere in marzo, quelli come lui fino a ieri erano al di sopra di tutto“.

Seguici anche su Facebook. Clicca qui

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com