Roma, bimbo costretto a cercare il cibo tra i rifiuti: abbandonato dai genitori perché ha ritardo cognitivo. A Roma un bimbo era costretto a cercare il cibo tra i rifiuti, prima di essere abbandonato dai genitori perché aveva ritardo cognitivo. Il piccolo, fin da quando aveva 26 mesi, è stato costretto dai genitori a rovistare tra i rifiuti. Con il rischio di restare a digiuno in caso d’insuccesso. Per questo motivo, due rom sono stati condannati a 2 anni e 3 mesi. Il reato contestato al padre, 47 anni, e alla madre, 33 anni, è maltrattamenti.
Il bambino, affetto da un ritardo cognitivo, viene poi abbandonato dai genitori davanti ai servizi sociali del I Municipio nel 2018, dopo anni di trascuratezza e dopo che hanno scoperto la sua disabilità cognitiva. Ma già nel 2017, la sua vita è segnata da condizioni degradanti: i genitori, in difficoltà nel nutrirlo, lo costringono a rovistare tra i rifiuti per procurarsi il cibo.
Secondo la Procura, il piccolo viene portato in giro per la città e spinto a cercare tra l’immondizia ogni volta che incontrano un cassonetto. Malnutrito, sporco ed emarginato, ha vissuto in condizioni igieniche critiche che lo hanno esposto a gravi rischi sanitari, come riporta ‘Il Corriere della Sera’.
Quando scoprono il suo ritardo cognitivo, i genitori prima lo trascurano, poi lo abbandonano definitivamente il 25 gennaio 2018. L’avvocato difensore nega l’esistenza di prove che dimostrino che il bambino cercasse cibo tra i rifiuti. La vicenda ricorda un caso simile avvenuto in un campo nomadi, dove la negligenza dei genitori avrebbe portato alla morte di una bambina per malnutrizione.
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