Gianluigi Nuzzi: “La fabbrica degli innocenti? Mi schiero contro quel circo di soggetti che arrivano a ipotizzare frodi processuali”. Gianluigi Nuzzi su La fabbrica degli innocenti, il giornalista porta a Teatro tre fatti di cronaca nera: la strage di Erba (2006), il delitto di Garlasco (2007), il caso Yara (scomparsa nel 2010 e ritrovata cadavere nel 2011), riproponendoli da una prospettiva diversa. Ne parla in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
Oltre alla conduzione televisiva di “Quarto grado”, porta a teatro lo spettacolo “La fabbrica degli innocenti”. Si tratta di un progetto che va oltre il semplice racconto televisivo, portando il pubblico a un livello di coinvolgimento diretto. «Ci sarà un contatto diretto col pubblico, che a un certo punto interagirà con me. E vedremo qualcosa di insolito per palcoscenici abituati alla prosa, anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, uno strumento perfetto per la catena di montaggio della “fabbrica degli innocenti”».
Gianluigi Nuzzi: “La fabbrica degli innocenti? Io contro soggetti che arrivano a ipotizzare frodi processuali”
Il giornalista spiega di cosa si occupa questa fabbrica. «Di produzione di fake news, di notizie fasulle, su tre celebri casi di cronaca nera. Operazioni fatte per portare una parte dell’opinione pubblica su posizioni innocentiste. È uno spettacolo contro chi pensa che la propria idea su un caso sia superiore a quella di chi ha indagato e di chi ha giudicato. Non ce l’ho con gli avvocati, che esercitano il diritto alla difesa. Mi schiero contro quel circo di soggetti che arrivano a ipotizzare frodi processuali, errori fatti con intenzione da polizia e magistratura, per avere visibilità, share, talvolta soldi. Naturalmente non nego eventuali errori che possono essere stati commessi, ma c’è chi ne fa il trampolino di lancio per produrre falsità».
Negli ultimi anni, la televisione ha dato sempre più spazio ai dibattiti sui casi di cronaca nera, trasformandoli in un vero e proprio genere. Su questo punto l’autore è chiaro: «Un conto è l’analisi delle carte processuali e degli elementi acquisiti dagli investigatori. Un altro è il lavoro di chi strombazza ovunque mezze verità andando a delegittimare la giustizia. Soprattutto agli occhi dei più giovani, che vedono una docufiction, leggono i social e pensano che in Italia la giustizia sia una “ruota della fortuna”. Non è così! A “Quarto grado” io rispetto chi pensa ancora che Rosa e Olindo non siano colpevoli per la strage di Erba, ma questo è confronto, non propalazione di notizie false. “Quarto grado” non fa né intrattenimento, né fiction: noi facciamo giornalismo».
Gianluigi Nuzzi: “La fabbrica degli innocenti? Non ci saranno video”
In scena non ci saranno video, ma un racconto fatto di suoni e testimonianze. «Ci sarò io. Non ci saranno video. Proporrò audio, noti e inediti, e testimonianze sui danni fatti dalla “fabbrica”. Parleremo di non colpevoli sbattuti come mostri in prima pagina. Storie drammatiche, che possono capitare a chiunque».
Ma come si può riconoscere una notizia falsa? «I campanelli d’allarme sono vari. Il primo è il sensazionalismo: quel tono messianico da “Vi diciamo noi quella verità vera che nessuno mai vi ha detto”. Poi c’è un certo uso dei materiali giudiziari: distillare da un filmato tre fotogrammi su un miliardo, tagli frenetici agli audio… Altro segnale è il non fare riferimento alle sentenze: io penso che una sentenza di Cassazione sia scritta da giudici che hanno un filo d’esperienza in più del Nuzzi di turno. Queste sentenze vanno rispettate. Possiamo criticarle, certo, ma parlare di “frodi processuali” è tutta un’altra cosa».
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