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Salute

Come rallentare l’invecchiamento del cervello: scoperti i tre momenti chiave della vita

Come rallentare l’invecchiamento del cervello: scoperti i tre momenti chiave della vita. La memoria, la concentrazione e l’agilità mentale tendono a cambiare con l’avanzare dell’età. Sebbene sia normale riscontrare qualche difficoltà con il passare degli anni, la scienza cerca di comprendere meglio come rallentare l’invecchiamento del cervello e di identificare i fattori che potrebbero contribuire a preservare le funzioni cognitive più a lungo. Individuare i momenti chiave in cui si verificano questi cambiamenti risulta essenziale per sviluppare strategie di prevenzione più efficaci.

Negli ultimi anni, i progressi nelle neuroscienze hanno consentito di analizzare l’invecchiamento del cervello con maggiore precisione, rivelando che tale processo non avviene in modo uniforme ma in fasi specifiche. Conoscere il momento in cui si verificano tali trasformazioni può aiutare a rilevare i primi segnali di declino cognitivo e a progettare trattamenti più personalizzati per preservare la salute cerebrale.

Uno studio pubblicato su Nature Aging ha identificato tre fasi critiche in cui il cervello umano subisce significativi cambiamenti legati all’invecchiamento: all’età di 57, 70 e 78 anni. Questa scoperta potrebbe contribuire allo sviluppo di nuove strategie per prevenire malattie neurodegenerative e migliorare le terapie esistenti. I ricercatori hanno osservato che tali cambiamenti cerebrali sono collegati all’aumento di 13 proteine specifiche nel sangue.

L’età biologica del cervello stimata con gli algoritmi

Attualmente, l’età biologica del cervello può essere stimata utilizzando algoritmi basati su immagini cerebrali, analizzando fattori come volume e superficie, ma lo studio suggerisce che le proteine del sangue potrebbero fungere da indicatori dell’invecchiamento cerebrale. Entro il 2050, si stima che oltre 1,5 miliardi di persone nel mondo avranno più di 65 anni, evidenziando la necessità di comprendere meglio l’invecchiamento cerebrale.

Malattie come la demenza aumentano con l’età e le terapie efficaci restano limitate. La ricerca ha esaminato circa 3.000 proteine nel plasma sanguigno di quasi 5.000 persone, utilizzando i dati della UK Biobank. Tra tutte le proteine studiate, due sono emerse come particolarmente rilevanti: Brevican (BCAN), associata a demenza, ictus e disturbi motori, e GDF15, legata a malattie connesse all’invecchiamento. Queste proteine hanno mostrato variazioni significative nei livelli ematici nei tre momenti chiave dell’invecchiamento cerebrale.

I ricercatori hanno osservato che le concentrazioni di diverse proteine cambiavano seguendo schemi specifici a seconda dell’età biologica del cervello, suggerendo che l’invecchiamento cerebrale non sia un processo lineare ma si verifichi in fasi caratterizzate da bruschi cambiamenti biologici. Tuttavia, è necessario approfondire ulteriormente il ruolo di queste proteine nelle diverse popolazioni, poiché lo studio ha coinvolto principalmente individui anziani di origine europea.

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