Il dramma della rottura in amore tra i vari stati? Tutto sì riconduce ad un concetto semplice
A tutti è capitato nella vita di interrompere una relazione e di attraversare la fase del lutto che ne succede. Forse il paragone tra la fine di un legame sentimentale e la perdita di qualcuno è un po forzata, ma si tratta di una elaborazione della fine di un momento importante della vita che può facilmente essere interpretato come un trauma. Generalmente si ritiene che chi viene lasciato subisca il dolore peggiore.
Tuttavia anche chi lascia sperimenta il medesimo lutto per un legame che ha rappresentato molto, anche se col passare del tempo si è svilito fino a scemare.
La separazione, sia essa desiderata da entrambi o da uno solo dei partner, è un processo estremamente complesso e di grande impatto emotivo.
Pur razionalmente sapendo che nulla è per sempre, l’elaborazione della perdita può essere molto difficile a causa non solo della concreta e fisica rottura ma anche e più profondamente sulla destabilizzazione tanto psicologica quanto degli equilibri interiori. Superare la fine di una relazione comporta il doversi mettere in discussione e fare i conti col senso di fallimento che si prova. La propria identità deve essere ridefinita ed è necessario un cambiamento delle abitudini quotidiane, poiché viene a mancare quel supporto emotivo che è garantito dal rapporto.
La graduale consapevolezza
Chi decide la rottura acquisisce una graduale consapevolezza ed una presa di coscienza dell’impossibilità del mandare avanti la relazione. Questo processo dal punto di vista psicologico viene vissuta con un senso di colpa e responsabilità: il timore di ferire l’altro genera un conflitto interiore tra il desiderio di libertà e il peso dell’aver causato alla controparte un dolore spesso inatteso.
Di contro chi subisce la decisione prova un senso di abbandono che causa una frattura emotiva che mina l’autostima e la percezione di sé. Il dolore viene poi amplificato dalla sensazione di impotenza poiché non si può obbligare un altro ad un legame che non desidera. Questo è il motivo per cui la fine di una relazione viene assimilata al lutto, nel senso della perdita affettiva che va elaborata.
Il concetto a cui si riconduce tutto
Si può poi discutere delle fasi della rottura, che molti identificano nella negazione, rabbia, tristezza, accettazione e ricostruzione del sé. In realtà tutto sì riconduce ad un concetto piuttosto semplice: non è la perdita della persona o del legame affettivo ciò che ferisce. Piuttosto, è il dover rinunciare alla vita futura che si era immaginato di condurre che crea il dolore e lo sgomento.
Se fissiamo l’attenzione proprio su questo concetto, dobbiamo ricordare che la vita è una avventura meravigliosa e che può riservare sempre sorprese inaspettate. Per parafrasare il saggista americano Joseph Campbell, dobbiamo essere disposti a rinunciare a ciò che avevamo programmato per avere la vita che ci aspetta.
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