Lucio Corsi: “Sanremo? Pensavo di cadere nel salto. Vi svelo chi è Delacroix. A Eurovision ci andiamo con lo stesso spirito di Sanremo”. Lucio Corsi su Sanremo, il retroscena su Francis Delacroix, l’Eurovision Song Contest, e non solo. Il cantautore toscano, 31 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
Nonostante il successo improvviso, con un sesto posto sia nello streaming che tra i brani più trasmessi in radio, non ha alcun rimpianto per non aver mai adottato un atteggiamento da duro. «Sono circondato dagli amici con cui suono dai tempi del liceo, ho i piedi per terra come quegli alberi che nascono e muoiono nello stesso posto, ma crescendo sbirciano lontano. Non ho bisogno di una corazza maggiore».
Dopo una carriera nel mondo indie, la partecipazione a Sanremo ha rappresentato un’esposizione decisamente più ampia. «Avevo detto che Sanremo era un salto nel vuoto, ma sono felice di averlo fatto. È un bene che tutto mi sia accaduto a 30 anni, con alle spalle dischi e concerti: sono queste le fondamenta che mi permettono di concentrarmi sulle cose importanti. Mi aspettavo di cadere in quel salto. Non sapevo come mi avrebbe preso il pubblico, ma sono tranquillo perché sto facendo il mio».
Lucio Corsi: “A Eurovision ci andiamo con lo stesso spirito di Sanremo”
Nel nuovo disco racconta storie di personaggi che si muovono tra realtà e immaginazione. C’è la ragazza che al liceo gli fece scoprire l’amore fisico, protagonista di «Tu sei il mattino», una piccola perla del disco. Poi c’è «Francis Delacroix», che vive avventure surreali in giro per il mondo e attraverso il tempo. «È un fotografo mio amico, ma forse è anche il primo amico immaginario condiviso fra me e Tommaso Ottomano (chitarrista e co-produttore ndr)». Questa volta, il suo intento era cantare di persone in modo diretto, senza affidarsi a immagini astratte come vento e onde, come aveva fatto in passato. «Amo i cantautori che lo hanno fatto, come Lucio Dalla o Ivan Graziani».
A proposito di Delacroix e surrealismo, è sua la foto che ritrae Lucio mentre pulisce un pianoforte con un gigantesco spazzolino da denti. «I denti di un piano sono enormi, ma se ti morde non fa infezione… I pianoforti a coda sono come i cavalli: hanno la coda, la stessa stazza e imponenza, e se ci fai caso sono neri, marroni o bianchi, e hanno i denti ingialliti dal tempo».
Lucio Corsi: “Sanremo? Pensavo di cadere nel salto”
Il tour nei club, già sold out, partirà il 10 aprile. «Non vedo l’ora. La formazione base sono gli amici con cui suonavo al liceo, ma sul palco saremo in sette». A questo seguirà la partecipazione all’Eurovision Song Contest, un’opportunità nata dopo la rinuncia di Olly, vincitore di Sanremo. «Abbiamo valutato ogni opzione e sin dall’inizio l’idea è stata quella del “se siamo in ballo allora balliamo”. Ci andiamo con lo stesso spirito con cui siamo andati al Festival, con la stessa canzone, senza fronzoli e senza fuochi d’artificio».
Musicalmente, il disco viaggia tra sonorità diverse, dal blues all’acustico, dal glam ad arrangiamenti eleganti di fiati. «L’ultimo album era pieno di strati, avevo necessità di buttare un’idea sopra l’altra: questa volta è più scarno e senza fronzoli». Nonostante ciò, non ha perso il suo carattere fiabesco. «Il lato onirico e quello ancorato a terra sono due lati che non dovevano escludersi l’uno con l’altro». Accanto ai racconti immaginifici, ci sono anche momenti personali rielaborati e veri e propri dialoghi interiori. «Ho reinventato il passato, che è qualcosa di appurato, per renderlo sorprendente come il futuro».
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