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La storia dell’isola fantasma di Suakin: viaggio nel luogo dove i demoni furono imprigionati da Re Salomone

La storia dell’isola fantasma di Suakin: viaggio nel luogo dove i demoni furono imprigionati da Re Salomone. Questa è la storia dell’isola fantasma di Suakin, il luogo dove, secondo le scritture, i demoni furono imprigionati da Re Salomone. Nascosta sulla costa sudanese del Mar Rosso, un’antica città portuale, oggi è diventata una “isola fantasma”.

Per quasi 3.000 anni, l’isola di Suakin (nota anche come Sawakin) è stata considerata uno dei luoghi più prosperi della regione, con un intenso commercio, principalmente di schiavi dall’Africa orientale e di avorio. Con l’abolizione della schiavitù e il declino del commercio dell’avorio, il porto è semplicemente scomparso.

Suakin ora è completamente disabitata, ad eccezione dei turisti, che a gruppi visitano il sito storico, che non ha resistito alla prova del tempo. I più religiosi non possono fare a meno di visitare la moschea abbandonata, uno degli edifici “meglio conservati” della zona. Immagini drammatiche mostrano come ciò che una volta era prospero sia ora ridotto in macerie. Enormi edifici antichi, che un tempo fungevano da castelli per i ricchi, ora giacciono in rovina.

Le immagini di Al Jazeera

Una foto aerea di Suakin mostra le strutture distrutte che si estendono su tutta la lunghezza e larghezza dell’isola. Suakin è stata ambita da diversi potenti imperi. Si ritiene che il faraone Ramses III abbia costruito la città portuale nel X secolo a.C., trasformandola presto in un insediamento recintato, con edifici realizzati con splendidi coralli, intagliati in modo dettagliato, e pareti in legno.

Nel suo periodo di massimo splendore, la città ospitava più di 300 edifici, tra cui lussuosi palazzi, uffici, banche di epoca medievale e attrazioni pubbliche, guadagnandosi il soprannome di “Venezia dell’Africa”. Molti residenti di Suakin possedevano numerose monete e oro. Col passare dei secoli, l’isola ha iniziato a dividere il suo spazio tra commercio e religione. Il sito era un’importante tappa per i pellegrini musulmani diretti alla Mecca (Arabia Saudita).

Oltre all’aspetto religioso e alle credenze che coinvolgono il re Salomone (conosciuto nell’Islam come il profeta Sulayman ibn Dawud), Suakin custodisce anche una leggenda: uno dei re che governavano l’antica città aveva 360 mogli, che vivevano in lussuosi quartieri sparsi per l’isola. Nel 2017, il governo turco ha chiesto l’autorizzazione al Sudan per restaurare Suakin, per il suo valore storico e religioso. Tuttavia, nonostante la risposta affermativa, finora non è stato fatto nulla (foto frame video YouTube).

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