Matilda De Angelis: “La mia anarchia è una cosa non fattuale. Ho affrontato persone in una posizione più ‘alta’ della mia”. Matilda De Angelis sulla sua anarchia, e non solo, l’attrice bolognese, 29 anni, è stata ospite su Rai Radio2 a “5 in condotta” di Serena Bortone. Di seguito alcuni passaggi dell’intervento.
L’attrice veste i panni di Irene nel film “La vita da grandi” di Greta Scarano. Il suo personaggio si prende cura del fratello maggiore autistico, Omar. Il loro legame si rafforza attraverso le difficoltà e le speranze condivise, portandoli a comprendere che crescere non è un percorso solitario, ma un cammino che può essere affrontato insieme. A tal proposito, l’attrice ha spiegato: “Diventare grandi spesso viene visto come un processo individuale, invece deve essere anche collettivo. Si diventa grandi insieme, lo fai solo attraverso il dialogo”.
Parlando della propria famiglia e del ruolo che ha avuto nella sua formazione, Matilda ha sottolineato l’importanza della madre: “Mia mamma Tania è stata una delle persone più importanti nella mia formazione, mi ha insegnato molto la forza, il coraggio, l’indipendenza dal giudizio degli altri. Se sono così irriverente e riottosa, lo devo anche a lei”.
Matilda De Angelis: “La mia anarchia è una cosa non fattuale”
Ha poi aggiunto un dettaglio significativo sulla sua visione del mondo e della libertà personale: “La mia anarchia è una cosa non fattuale, ma interiore. Sono stata sempre molto abituata a non riconoscere gerarchie in quanto tali, ma solo se ritenevo fossero giuste. Per me non ci sono gerarchie assolute ma sempre relative e il rispetto è alla base di tutto”. Tuttavia, ha ammesso di essersi spesso scontrata con persone poco rispettose: “Purtroppo, nella vita ho incontrato persone molto maleducate e quindi, anche se erano più grandi di me o in una posizione più ‘alta’ della mia, io sono sempre stata abituata a rispondere e a farmi valere”.
Questo atteggiamento diretto e senza filtri si è riflesso anche nella sua esperienza scolastica. Matilda ha raccontato: “Io non le mando a dire, anzi, devo imparare un po’ a contenermi. Non tanto per quello che riguarda me, ma soprattutto gli altri, sono sempre stata un po’ giustiziera”.
Matilda De Angelis: “Ho affrontato persone in una posizione più ‘alta’ della mia”
A conferma di ciò, ha ricordato un episodio che ha rischiato di compromettere il suo percorso scolastico: “Nella vita ho preso 5 in condotta, rischiando per questo la bocciatura. Ero rappresentante di istituto e la scuola aveva votato per fare l’occupazione, cosa che in realtà io non condividevo perché pensavo si potesse fare autogestione, ma gli studenti avevano votato. Il Preside mi disse di non presentarmi a scuola durante l’occupazione o avrei preso 5 in condotta. Io ci andai comunque e potevo anche fare finta di niente, invece gli mandai una mail dal computer della segreteria in cui gli comunicavo che ero a scuola perché volevo vedere quello che succedeva, compiendo il mio dovere di rappresentante e per correttezza glielo stavo dicendo. Alla fine, mi diede 6”.
Parlando invece della sua carriera, l’attrice ha raccontato un aneddoto legato al suo nome di battesimo, che ha un’origine cinematografica. “Con Besson è stato come chiudere un cerchio, o forse aprirlo”, ha detto, riferendosi al regista Luc Besson, autore del film ‘Leon’, da cui i suoi genitori hanno preso ispirazione per il suo nome.
Matilda ha poi proseguito raccontando un momento particolarmente emozionante della sua carriera: “Quando mi è arrivata la notizia del provino per il ruolo di uno dei protagonisti nel suo ‘Dracula’ è stato stranissimo, c’era mia madre con me e ci siamo messe a piangere perché è una cosa troppo assurda. Sul set ogni tanto mi sembrava un sogno, un metaverso troppo complicato da gestire, ma è stata una delle esperienze più belle della mia vita”.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Aggiungi Commento