Chiama uno studente col nome diverso da quello legale: insegnante licenziata. Una insegnante della Florida è stata licenziata dopo aver chiamato uno studente con il nome che quest’ultimo si era dato dopo il cambio di gemere, anziché con quello legale. Melissa Calhoun, insegnante alla Satellite High School di Satellite Beach in Florida, è stata licenziata dopo aver usato il nome scelto dallo studente transgender, invece di quello con cui si era iscritto, senza nessun consenso dei genitori.
Il gesto, ritenuto compassionevole da molti, ha però violato una legge dello Stato della Florida del 2023. In questo Stato americano, infatti, gli insegnanti devono ottenere un’autorizzazione formale prima di usare nome diverso da quello legale. Il distretto scolastico di Brevard ha dichiarato che Calhoun era consapevole di questa norma, ma ha scelto di non rispettarla, portando all’apertura di un’indagine interna e a una successiva lettera di rimprovero.
La vicenda ha suscitato ampie reazioni tra studenti, genitori e membri della comunità scolastica. Più di 11.000 persone hanno firmato una petizione per chiederne la reintegrazione, sostenendo che l’insegnante abbia semplicemente agito con empatia e rispetto verso lo studente. Kristine Staniec, collega della docente, ha espresso il proprio dissenso durante una riunione del consiglio scolastico, affermando che l’insegnante non ha rappresentato una minaccia e non ha avuto intenzioni malevole, ma ha cercato di creare un legame con l’alunno.
Le reazioni
Secondo la dichiarazione ufficiale del distretto scolastico, l’insegnante ha violato la politica del distretto e la legge statale, che tutela il diritto dei genitori a essere coinvolti nelle decisioni che riguardano i propri figli. Per questo motivo, è stato deciso di non rinnovare il contratto di lavoro annuale di Calhoun, in attesa che lo Stato valuti anche il suo certificato di abilitazione all’insegnamento.
Ex studenti e sostenitori hanno descritto Calhoun come un’insegnante eccezionale, impegnata e rispettata, che ha avuto un impatto positivo nella comunità scolastica e che ora rischia di perdere il lavoro per aver dimostrato rispetto e inclusività. La sua storia è diventata un simbolo del dibattito tra burocrazia scolastica e attenzione ai bisogni individuali degli studenti.
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