Francesco Renga: «Vasco mi disse una cosa assurda al primo incontro. Ambra? Non sapevo chi fosse”. Francesco Renga su Vasco Rossi e la frase “assurda” al primo incontro, la storia con Ambra Angiolini, e non solo, il cantautore bresciano, 56 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Nel 2005, durante il Festival di Sanremo, Vasco Rossi mise in guardia Francesco Renga. «Sanremo 2005, lui era il superospite. Ci incrociamo al volo nel casino della sala stampa. E mi dice una cosa assurda: “Tu sei troppo bello”». Una frase che sorprese Renga, il quale non aveva mai fatto troppo caso al suo aspetto. «Macché, questa storia del sex-symbol mi perseguita. So di saperci fare con le persone perché forse ho un bel sorriso, mille argomenti di cui parlare, sono divertente… ma alla bellezza non ci avevo mai pensato».
Dal 2000, Renga ha avviato una carriera da solista che ha avuto uno dei suoi momenti più importanti proprio con la vittoria a Sanremo nel 2005 grazie al brano *Angelo*. «Non era previsto che andassi al Festival, me lo chiese Bonolis. Ero impreparato. Figuriamoci se mi aspettavo il primo posto. Capii che stava succedendo qualcosa quando, dietro le quinte, D’Alessio mi mise a posto la giacca. “Uè guagliò hai vinto”. E io: “Che c… dici Gigi?”».
Francesco Renga: «Vasco mi disse una cosa assurda al primo incontro”
Un successo che sembrava frutto di un allineamento astrale. «Una roba così. Era appena nata mia figlia Jolanda, c’era stato il disastro dello tsunami, Ambra era lì sul palco e io avvertivo per la prima volta la responsabilità della paternità. Sentii il bisogno di chiedere aiuto a mia madre, un angelo. Forse tutte queste cose non dicono niente, ma su quel palco, in quel momento e ancora oggi, sono di una potenza inaudita».
La figura materna ha avuto un ruolo fondamentale nella sua vita, anche perché Renga ha perso sua madre, Jolanda, quando aveva solo 19 anni. «Da lei deriva tutto il mio rapporto con le donne… ma anche quello che scrivo e faccio è legato a quella perdita che ho sempre considerato stupidamente un abbandono».
Parlando di donne, è inevitabile tornare alla sua storia con Ambra Angiolini, con cui ha formato una coppia molto amata. «Eravamo due ragazzini, ma lei era già un’icona. Quando mi dissero: ti intervista Ambra di Non è la Rai, io che non avevo visto nemmeno una puntata del programma pensai: e chi è?». Eppure, da quell’incontro nacque qualcosa di profondo. «Ho incontrato una ragazza brillantissima. È stato devastante: la bellezza e l’intelligenza insieme sono una bomba».
Francesco Renga: «mAmbra? Non sapevo chi fosse”
A colpirlo, fu anche l’irresistibile romanità. «Che a me, da bresciano, fa impazzire. Il primo impatto l’ho avuto quando sono andato a conoscere i suoi genitori, a Cerveteri. Il papà mi ha aperto la porta a torso nudo, con un crocifisso al collo. “A’ bello”, ha mormorato e parlava con un tono di voce così basso che non capivo niente». L’incontro fu talmente surreale che durante la cena faticava a capire il padre di Ambra. «Forse, però ho passato tutta la cena a sforzarmi di comprendere quello che diceva, mentre lui continuava a riempirmi il bicchiere di vino. È finita che Ambra si è pure incazzata con me: “L’hai fatto ubriacare!”. Io?». Un’altra figura romana che l’ha colpito è stata Sabrina Ferilli. «L’ho incontrata ad Amici. Anche lei, come tutti i romani, unisce l’umanità a quel cinismo velato che serve a proteggersi e a tenerti a bada. Lo uso pure io ma con me è meno efficace».
E pensare che il suo destino avrebbe potuto essere completamente diverso, con una carriera militare. «Me lo diceva sempre mio padre, sottufficiale della Guardia di Finanza. Avrebbe voluto che frequentassi l’Accademia per gli ufficiali. Così, quando terminai lo scientifico mi chiese di provare l’esame», ma «dovevo partire in tour con i Timoria, per quieto vivere lo accontentai ma sapevo che i posti disponibili erano 7000 e arrivavano fra le 70 mila e le 100 mila domande. Entrare era difficilissimo: “Vuoi che prendano proprio me?”». Eppure, passò la prima selezione. «Papà tanto ha fatto, tanto ha mosso, che ho passato la prima fase, quella dell’esame fisico. A quel punto gli ho dovuto dire la verità».
Francesco Renga: «Giovanni Paolo II mo ha fatto sentire le cornamuse”
La sua prima vera esperienza musicale risale all’adolescenza. «A Brescia c’era DeskoMusic, una competizione fra le band delle superiori. Io partecipavo con i Modus Vivendi. Omar Pedrini con i Precious Time, poi diventati Timoria. Chiese a mio fratello se poteva cantare con loro. Ma lui era all’università: “Se vuoi ti mando Francesco”». Fu la svolta. «Sì perché io accettai, cantare cominciava a divertirmi e poi attraeva le ragazzine. Il mio gruppo fu eliminato ma i Precious vinsero».
Un altro momento memorabile della sua carriera è legato all’incontro con Papa Giovanni Paolo II. «Giovanni Paolo II stava già molto male, era in sedia a rotelle. Ero stato invitato come artista a un’udienza e mentre entrava nella sala giuro che ho sentito le cornamuse. Ovvio che non c’erano, ma la sua energia era talmente potente che nella mia testa si è trasformata in un suono».
Oggi, la musica continua anche nella nuova generazione, grazie alla figlia Jolanda. «Non soltanto è brava ma anche espressiva. L’ho mandata a studiare canto e pianoforte, deciderà lei cosa vuole fare, è anche bravissima a scrivere». Renga racconta che è lei a dargli consigli. «Lei a me ed è cattivissima… viene in studio, vuole capire, conoscere i musicisti e si arrabbia quando non seguo le sue dritte. Vive con la mamma a Milano, studia comunicazione, ci vediamo nei weekend».
Lui invece vive con Leonardo, il secondogenito. «Sì, è introverso, più orso, come me». Riflessioni che lo portano a interrogarsi anche sul suo modo di essere padre. «Ho capito che è il tuo muoverti nel mondo a offrirgli l’ispirazione per diventare donne e uomini. E serve anche — ride — dargli il cattivo esempio».
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