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Enzo Paolo Turchi: “Nureyev un amico, con le donne era strano. Berlusconi aveva una dote. Frank Sinatra mi ha sconvolto”

Enzo Paolo Turchi: “Nureyev un amico, con le donne era strano. Berlusconi aveva una dote. Frank Sinatra mi ha sconvolto”. Enzo Paolo Turchi su Nureyev Silvio Berlusconi, Frank Sinatra, e non solo. Il coregrafo e ballerino napoletano, 76 anni il prossimo luglio, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Enzo Paolo Turchi danza da quando aveva otto anni, quando entrò nella scuola di ballo del Teatro San Carlo di Napoli. Da allora sono passati quasi settant’anni. Il suo primo ricordo, però, risale a quando aveva solo sei anni: «Avevo 6 anni e consegnai un mazzo di fiori a una signora: era il mio primo lavoro, mi pagarono 50 lire». Tra i primi ricordi, ne porta con sé anche uno doloroso: «Avevo 4 anni, ero seduto sui gradini del mio palazzo, nei Quartieri Spagnoli di Napoli, di sera, al buio, e aspettavo che tornasse a casa mia madre. Spariva per giorni, non si era mai ripresa dalla morte di due sorelline nate prima di me, investite da un carro armato».

La figura paterna fu praticamente assente nella sua vita: «L’ho visto tre volte in tutto, la terza da morto». In quel contesto difficile, l’aiuto arrivava da chi poteva: «A Natale un vicino allungava il filo per farci arrivare la luce. Una prostituta ci faceva la spesa con i soldi che le davano gli americani». Nonostante la riconoscenza, non è mai riuscito a tornare in quella casa per ringraziare chi gli aveva teso una mano: «No. Dopo avere avuto successo non sono più riuscito a tornare in quella casa, ho quasi temuto che potesse risucchiarmi».

Enzo Paolo Turchi: “Berlusconi aveva una dote”

A sedici anni conseguì il diploma in ballo e solfeggio, e già a diciassette fu nominato primo ballerino. Nonostante ciò, non ha rimpianti per non essere diventato étoile come Roberto Bolle: «No. Ho lavorato in mezzo mondo, sono stato primo ballerino alla Fenice di Venezia con Carla Fracci e a Rio de Janeiro al Teatro Municipal… Bolle merita il successo, ma ha dalla sua i social. Ai miei tempi ci si conosceva solo nel proprio settore». La notorietà arrivò nel 1971 grazie al Tuca Tuca, ballato con Raffaella Carrà a “Canzonissima”: «La storia di quel ballo è stranota: eravamo a casa di Raffaella con Gianni Boncompagni e il maestro Franco Pisano. Doveva essere un ballo semplice da rifare in casa: Boncompagni lo chiamò Tocca Tocca; con Pisano, che era sardo, divenne Tuca Tuca».

Un ballo giudicato allora un po’ audace dalla Rai: «Infatti, durante le prove, il direttore generale ci impose di farlo di profilo, in modo che il pubblico vedesse che in realtà non toccavo davvero Raffaella. Autorizzò, inoltre, una sola esibizione. Però la settimana dopo Alberto Sordi, che era stato invitato in trasmissione, rispose che sarebbe venuto solo se avesse potuto ballare il Tuca Tuca con la Carrà. Da lì esplose».

Enzo Paolo Turchi: “Nureyev un amico, con le donne era strano”

Il rapporto con Raffaella Carrà fu intenso, ma non sentimentale: «Abbiamo condiviso momenti molto belli insieme, posso senz’altro definirla un’amicizia affettuosa». Tuttavia, qualche tensione ci fu, soprattutto per la relazione con Lola Falana: «Io e Lola siamo stati insieme per un anno, e a lei questa cosa non andò a genio. Poi con Lola finì perché non volli trasferirmi in America. Quando ci lasciammo, Raffaella mi chiamò per partire con lei nel tour mondiale».

Un altro legame significativo fu quello con Rudolf Nureyev: «Mi scelse come controfigura in Giulietta e Romeo al San Carlo quando avevo 16 anni. Io dovevo fare il morto, ma anche così per me è stato come vincere l’Oscar». Il rapporto con il celebre ballerino durò negli anni: «Siamo rimasti amici negli anni: quando veniva a Roma passava sempre nella mia accademia di danza, e lo faceva in amicizia; gli altri insegnanti l’avrebbero pagato. Dopo, a cena, mi colpiva che ignorasse completamente le donne. Per dire: se nella nostra tavolata ce n’erano quattro, a loro non rivolgeva la parola».

Un altro incontro memorabile fu con Frank Sinatra: «Lui lo incontrai alla Rca a Roma. Doveva registrare un lp, ero lì in caso servisse un aiuto coreografico, c’era l’orchestra dal vivo. Lui arrivò alle 16, chiese subito di bere whisky, salutò i maestri e disse: cominciamo. Cantò di filato dalla prima all’ultima canzone, poi salutò e se ne andò. Tutto in un’ora. Noi eravamo sconvolti! Impiegavamo 4 giorni per una sola canzone».

Enzo Paolo Turchi: “Frank Sinatra mi ha sconvolto”

Tra le collaborazioni mancate, ne cita una in particolare: «Avrei fatto volentieri delle cose con Fiorello. Però lui ha scelto un mio figlio artistico pieno di talento, Tommassini, e sono felice lo stesso». Oggi, c’è ancora chi vorrebbe affiancare artisticamente: «Sarebbe bello fare delle cose ad Amici, con Maria De Filippi. Penso di avere ancora qualcosa da insegnare». Per anni ha lavorato a Mediaset, dove conobbe Silvio Berlusconi: «Ho provato tanta ammirazione per lui, prima, e adesso per il figlio: era una persona che vedeva le cose prima degli altri. Generosissimo, quando io e Carmen ci sposammo ci prestò l’aereo privato per far arrivare a Bari i miei ospiti».

Con Carmen Russo, sua moglie, ha un legame profondo: «Ci conosciamo da 45 anni, mi ha salvato la vita. È stata ed è per me madre, compagna, sorella, tutto. Non riesco a immaginarmi senza di lei». Insieme hanno una figlia, Maria, che però non ha seguito le orme artistiche del padre: «Maria odia la danza, suona la batteria ed è capitana della squadra di calcio dei Due Ponti, dove è l’unica femmina! Le uniche volte in cui litigo con Carmen è per lei: la mamma dice che le concedo tutto. È vero, ma voglio darle quello che non ho avuto io».

Ora che si avvicina ai 76 anni e Maria ne ha 12, sente il peso del tempo che passa: «Mi mette in crisi solo il pensiero di non poter esserci nei momenti importanti del suo futuro. Ed è la ragione per cui all’ultimo Grande Fratello mi sono voluto ritirare: all’improvviso ho avuto la sensazione netta di perdermi tempo prezioso con lei».

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