Battenti e Fujènti: storia di una tradizione secolare tra fede, arte e folklore. La tradizione dei Battenti, o Fujènti, a Napoli, come in molti comuni della Campania, ha una storia secolare che risale al 1400 circa. I fedeli sono raggruppati in “paranze” che hanno sedi proprie e sono organizzati in associazioni attive solitamente tutto l’anno. Queste associazioni, a partire dalla festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) e per tutto il periodo che precede il lunedì in Albis, vanno in giro a chiedere offerte da portare poi al Santuario il giorno di Pasquetta, con le processioni di rito che ormai sono famose in tutto il mondo.
Ogni comune ha un suo modo di rappresentare tali funzioni, ma i battenti si dividono fondamentalmente in due gruppi: i Fujènti, che si recano in pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Arco, portando stendardi di tutte le dimensioni; e i Battenti, che durante la settimana santa, in particolare il venerdì, si percuotono il corpo con flagelli di sughero chiodati, battendo costantemente i piedi a terra in modo ritmato e cadenzato.
Da dove nasce questa tradizione?
Nel Quattrocento, sul margine della via che collegava i comuni vesuviani a Napoli, c’era un’edicola dedicata alla Madonna, situata nella contrada Arco (chiamata così per la presenza di arcate di un antico acquedotto romano, da qui la Madonna dell’Arco), una frazione del comune di Sant’Anastasia. Il lunedì di Pasqua del 1450, durante la celebrazione in onore della Beata Vergine Maria, avvenne un prodigio che richiamò l’attenzione di tutti i fedeli delle contrade vicine sull’immagine dipinta dietro l’edicola.
Si giocava a pallamaglio, antico gioco in cui si colpiva con un maglio una palla di legno. Vinceva chi lanciava la propria palla più lontano degli avversari. Dopo alcuni tiri iniziali, il giocatore più abile sferrò un colpo con tanta energia da dargli subito la sensazione di avere la gara in pugno. Il caso volle, però, che un tronco di albero di tiglio, posizionato lungo il tratto che portava all’immagine sacra, bloccasse il tiro, mandando su tutte le furie il giocatore. A quel punto l’uomo, fuori di sé dalla collera, bestemmiò ripetutamente la Santa Vergine, lanciando la palla contro l’effige.
Il miracolo
A quel punto il miracolo. Colpita all’altezza della guancia sinistra, l’effige arrossì e cominciò a sanguinare. Gli spettatori inveirono contro il responsabile, che sarebbe andato incontro al linciaggio se non fosse giunto in tempo un comandante di pubblica sicurezza a liberarlo. Le fonti più importanti raccontano di un successivo processo contro il giovane bestemmiatore, che fu condannato all’impiccagione. La sentenza fu subito eseguita e il giovane impiccato al tiglio vicino all’edicola, che incredibilmente, due ore dopo, rinsecchì sotto lo sguardo attonito della folla, con ancora il corpo penzolante del condannato.
La vicenda fece scalpore al punto tale da attirare subito centinaia di fedeli. E proprio per venire incontro a questi fedeli, proteggere la sacra immagine e celebrare la liturgia, fu costruito prima un piccolo tempio, con un altare dinanzi. Successivamente, fu costruita anche una chiesetta con due stanzette: una a pian terreno e una superiore, per ospitare un custode. Nacque così il culto per questa Madonna, che ben presto si estese a tutti i paesi vicini. Culto ancora oggi rispettato e legato a molti miracoli e grazie ricevute, testimoniate dalle migliaia di tavolette degli ex voto, ovvero la raccolta di un grande patrimonio che va dal 1500 a oggi, con un intreccio di fede, arte e storia.
Le testimonianze
Le tantissime testimonianze raccolte nei secoli, inoltre, raccontano anche di fenomeni straordinari, persino certificati. Uno di questi è il miracolo della pietra spezzata. Sulla parete dove era posto il dipinto, un sasso incastrato nella parete minacciava il crollo dell’intera effige, ma si spezzò incredibilmente dopo le preghiere dell’architetto che guidava i lavori. La pietra è ancora oggi collocata in alto su uno dei pilastri del santuario, dove è visibile. O ancora, il 15 febbraio 1621, quando alcune donne che pregavano si accorsero che la guancia colpita dalla palla del sacrilego giocatore sanguinava di nuovo. Testimonianza quest’ultima, certificata dalle autorità presenti che accorsero sul posto per la folla creatasi in poche ore.
Anche nel corso dell’eruzione del Vesuvio, tra il 1631 e il 1632, si racconta di un prodigio accaduto. Per tutto il tempo dell’eruzione, infatti, il volto della Madonna scomparve e si rese visibile solo alla fine dell’eruzione. A ricordo dell’evento fu posta una lapide di raro marmo nero con una scritta incisa in lettere d’oro.
La Pasquetta dei fujenti a Napoli, un fiume di persone vestite completamente di bianco con una fascia trasversale azzurra, è tra le feste religiose più affascinanti e suggestive del mondo.
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