I nottambuli sono più a rischio di una grave malattia mentale: la scoperta. Uno studio recente ha confermato che coloro che tendono a restare svegli fino a tardi, ovvero nottambuli, sono più a rischio di sviluppare la depressione. I ricercatori hanno cercato di comprendere le ragioni di questa associazione e hanno individuato alcuni fattori chiave, tra cui una minore consapevolezza del momento presente, una qualità del sonno inferiore e un consumo di alcol più elevato. Questi elementi, combinati, potrebbero spiegare la maggiore vulnerabilità alla depressione di chi segue un ritmo di vita notturno.
La ricerca, pubblicata sulla rivista PLOS One, ha coinvolto circa 550 studenti universitari che hanno risposto a un questionario online. Le domande riguardavano le loro abitudini di sonno, il livello di consapevolezza, il consumo di alcol e la presenza di sintomi di depressione e ansia. I risultati hanno evidenziato che i nottambuli avevano una probabilità maggiore di manifestare sintomi depressivi rispetto a chi aveva abitudini di sonno più regolari. Inoltre, rispetto ai mattinieri e ai dormiglioni medi, tendevano a dormire peggio e a consumare più alcol, due fattori già noti per il loro legame con la depressione.
Lo studio innovativo
Uno degli aspetti più innovativi dello studio è stato l’analisi del ruolo della consapevolezza. I ricercatori hanno scoperto che le persone mattiniere tendono a essere più consapevoli nel loro agire quotidiano, grazie a una migliore qualità del sonno, che le protegge da affaticamento e distrazione. Al contrario, chi ha un cronotipo notturno soffre di una qualità del sonno peggiore, il che favorisce la sonnolenza diurna e una minore presenza mentale.
Secondo gli autori dello studio, i nottambuli potrebbero ridurre il rischio di depressione migliorando la propria igiene del sonno, limitando il consumo di alcol e praticando la consapevolezza. In particolare, viene suggerito che gli interventi per la salute mentale dovrebbero concentrarsi sull’incremento della capacità di agire con consapevolezza, poiché ciò potrebbe avere effetti protettivi contro la depressione.
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