Torino, intercettati per reati contro pa, svelano rapporti shock con minori: in quattro nei guai. A Torino, alcuni imprenditori intercettati per reati contro la pubblica amministrazione, svelano un giro di prostituzione minorile. Così è partita l’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Giovanni Caspani e Davide Pretti, che ha portato all’identificazione di quattro uomini, tra i trenta e i 65 anni, accusati di aver avuto rapporti sessuali in cambio di denaro con almeno tre ragazze di 16-17 anni. Gli incontri avvenivano spesso in uffici o abitazioni in pieno centro, anche durante la pausa pranzo.
Un imprenditore, poco meno che cinquantenne, è stato uno dei principali indagati. Durante le intercettazioni telefoniche, è emerso come cercasse deliberatamente contatti con ragazze giovanissime, dimostrando secondo il giudice una mancanza di rispetto per la sfera sessuale altrui. Tuttavia, durante l’interrogatorio preventivo, l’uomo si è difeso affermando di aver creduto alle informazioni fornite dalle ragazze stesse riguardo alla loro età. Una delle vittime ha ammesso di aver mentito dichiarando di avere 17 anni invece di 16.
L’indagine
L’indagine è partita da un caso relativo a reati contro la pubblica amministrazione, durante il quale sono state scoperte conversazioni inequivocabili tra l’imprenditore e altre persone. Le forze dell’ordine hanno analizzato messaggi e tracce digitali, identificando sia gli uomini coinvolti sia le giovani vittime. Come riporta ‘Il Corriere della Sera’, alcune ragazze hanno raccontato di essere state avvicinate tramite annunci online per offerte di lavoro, solo per poi essere coinvolte in richieste esplicite.
Il gip Antonio Serra Cassano ha sottolineato che l’apparente maturità fisica delle ragazze o eventuali false dichiarazioni verbali non giustificano il comportamento degli adulti. Tuttavia, in un caso, è stata riconosciuta una scriminante legata alla presentazione di un documento contraffatto. Nonostante ciò, la tutela delle minori rimane centrale e prioritaria. La Procura aveva chiesto misure cautelari più severe, ma solo l’imprenditore ha ricevuto l’obbligo di firma giornaliero, mentre per altri tre indagati non sono state applicate restrizioni.
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