Lancia falso allarme bomba in aeroporto e fa il nome dell’ex fidanzato: la vendetta di una donna scoperta dalla polizia. Una donna lancia un falso allarme bomba in aeroporto e fa il nome dell’ex fidanzato, ma la terribile vendetta viene scoperta dalla polizia del Texas, che adesso sta cercando l’autrice, accusata di aver effettuato due telefonate anonime per lanciare falsi allarmi bomba in due aeroporti statunitensi, coinvolgendo il suo ex compagno.
Secondo i documenti dell’accusa pubblicati dal sito Law&Crime, la donna avrebbe contattato l’aeroporto intercontinentale di Houston il 4 gennaio, sostenendo che il suo ex, in volo per quella destinazione e diretto poi in Iowa, stesse pianificando attentati in entrambe le località. Ha fornito nome, descrizione e numero dell’uomo, ma nessun altro dettaglio sulla presunta minaccia.
Le autorità hanno preso seriamente l’allarme, allertando le unità cinofile e gli artificieri presso l’aeroporto di Cedar Rapids. Anche lì era arrivata una chiamata con minacce simili, tra cui l’accusa che l’uomo portasse un’arma da fuoco nella borsa. In entrambe le occasioni, la donna avrebbe fornito numeri falsi per farsi contattare.
L’interrogatorio
Le forze dell’ordine hanno raggiunto l’uomo indicato come sospetto e hanno verificato che non aveva nulla a che fare con le minacce. Quando interrogato, ha suggerito che potesse essere stata la sua ex compagna, con la quale aveva avuto una relazione nel 2024. Ha raccontato che la donna era solita utilizzare app per effettuare chiamate con numeri diversi e che sapeva dove lui si trovasse perché comunicava con la madre di suo figlio.
L’uomo ha anche dichiarato che le azioni della ex gli avevano causato la perdita del lavoro. La donna aveva infatti contattato il suo datore di lavoro fingendosi un’autorità e affermando che lui fosse risultato positivo a un test antidroga. In seguito aveva ammesso l’inganno. Il datore di lavoro ha riconosciuto la voce della donna nelle registrazioni delle chiamate agli aeroporti. Anche la madre del figlio dell’uomo ha confermato l’identità della voce, aggiungendo che la donna sembrava pentita per le conseguenze causate.
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