Tramontano, Anastasi o Cecchettin: chi meritava di più di essere uccisa? Sondaggio shock in una scuola a Bassano del Grappa. Un sondaggio shock in una scuola a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, è stato diffuso tra gli studenti un sondaggio sconvolgente attraverso una chat. Il quesito proposto recitava: “Giulia Tramontano, Mariella Anastasi, Giulia Cecchettin: chi meritava di più di essere uccisa?”, riferendosi a tre vittime di femminicidio note alla cronaca italiana.
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L’episodio ha destato sconcerto e indignazione ed è stato denunciato dall’associazione umanitaria Women for Freedom, impegnata nella lotta contro la violenza e la discriminazione di genere. Il sondaggio ha suscitato una forte reazione pubblica e istituzionale, soprattutto per la crudezza della domanda e per l’assenza totale di empatia da parte di chi lo ha creato.
Il Ministro Valditara annuncia provvedimenti
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha commentato l’accaduto parlando di immaturità e insensibilità, promettendo provvedimenti da parte della scuola per sanzionare comportamenti così gravi e promuovere la cultura del rispetto. Secondo il ministro, l’educazione deve andare oltre la semplice punizione e diventare un’occasione per riflettere e correggere un modello sociale pericoloso.
Women for Freedom ha espresso profonda preoccupazione per il fatto che episodi del genere vengano ancora minimizzati come “bravate” o scherzi di cattivo gusto. L’associazione sottolinea come gesti del genere non siano semplici provocazioni, ma veri e propri segnali di una società che fatica a comprendere la portata devastante del fenomeno del femminicidio. Viene richiamata con forza l’urgenza di introdurre l’educazione al rispetto come elemento centrale nei percorsi scolastici, non come un tema accessorio ma come priorità assoluta.
La presidente dell’associazione, Luisa Rizzon, ribadisce che dietro quel sondaggio ci sono vite spezzate, e che quanto accaduto non può restare confinato tra le mura di una classe. Invita a riflettere sulle parole, sui gesti, sui pregiudizi da superare, e si dice disponibile a collaborare con la scuola coinvolta, pur mantenendo l’anonimato. L’obiettivo deve essere quello di ascoltare chi si è sentito ferito da quel gesto e rompere il silenzio, considerato l’alleato più pericoloso della violenza.
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