Sopravvissuta alla leucemia, bimba di 11 anni muore per una prescrizione medica sbagliata. La famiglia di Ava Wilson, una bambina di undici anni dell’Indiana sopravvissuta alla leucemia linfoblastica beta, ha intentato una causa contro l’Advocate Children’s Hospital di Park Ridge, in Illinois, per negligenza medica. Il 29 ottobre 2020, Ava si era recata con la madre all’ospedale per un controllo, durante il quale presentava gravi sintomi, tra cui dolore intenso, difficoltà a camminare, bassa pressione sanguigna, piastrine e globuli ematici in numero ridotto e livelli elevati di enzimi epatici.
Nonostante ciò, i medici non l’hanno ricoverata. Le hanno prescritto una dose eccessiva di morfina e gabapentin per la gestione del dolore e l’hanno rispedita a casa. Secondo gli avvocati della famiglia, queste prescrizioni rappresentavano un aumento significativo rispetto alle dosi precedenti e non tenevano conto dei gravi sintomi che Ava manifestava.
Inoltre, la combinazione dei farmaci, se assunti insieme, può risultare particolarmente pericolosa, potenziandosi a vicenda. L’oncologo curante della bambina non era presente alla visita ma approvò il nuovo piano terapeutico, pur non essendo parte in causa. La notte del 31 ottobre, Ava è morta nel sonno. Gli esami successivi hanno evidenziato la presenza di dosi letali di morfina nel sangue.
Morte causata dalla combinazione dei farmaci
A riportare la notizia è il sito Law&Crime, secondo cui, un neuropatologo forense ha testimoniato al processo che la morte è stata causata dalla combinazione dei farmaci morfina, idrossizina e gabapentin. Lo staff dell’ospedale ha sostenuto che i sintomi erano compatibili con la leucemia e che le dosi dei farmaci rientravano nei limiti raccomandati.
Il processo è iniziato il 29 maggio. Il 10 giugno, la giuria si è pronunciata a favore della famiglia Wilson, riconoscendo che la morte di Ava era evitabile. Ai familiari sono stati assegnati 20.500.000 dollari per il dolore, la sofferenza e la perdita subita. Gli avvocati hanno sottolineato che, pur non potendo colmare il vuoto lasciato dalla bambina, la decisione rappresenta un riconoscimento della responsabilità dell’ospedale e della tragica evitabilità della morte di Ava.
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