Lorde: “Nuovo album è la mia rinascita. Alcuni giorni sono una donna, altri sono un uomo? È soltanto ciò che sono”. Lorde sul nuovo album, e non solo, la cantautrice neozelandese con cittadinanza croata, 28 anni, parla, tra le altre cose, anche di Virgin, in uscita venerdì 27 giugno, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
La rinascita artistica e personale di Lorde, pseudonimo di Ella Yelich-O’Connor, è scaturita da un’esigenza profonda di riconnessione con sé stessa. Come racconta lei stessa, «ho deciso che avevo bisogno di entrare pienamente dentro al mio corpo. Credo sia frequente per i ventenni ritrovarsi improvvisamente a non capire che cosa sta accadendo, ma mi sono resa conto che si può passare un’intera vita a non sentirsi dentro il proprio corpo e ho deciso che invece volevo sentire tutto, sia ciò che è bello sia ciò che è grottesco». Questo processo non è stato lineare: «ci sono stati tanti zigzag per arrivarci, certamente i problemi che avevo con la mia immagine erano un drago da decapitare, decidendo di vedermi bella e spettacolare in qualsiasi forma e taglia. E poi ho anche percepito che il mio gender si allargava e mutava, volevo essere pronta anche a quello».
Lorde: “Nuovo album è la mia rinascita”
Un cambiamento profondo che emerge anche nel nuovo singolo «Hammer», in cui afferma: «alcuni giorni sono una donna, altri sono un uomo». Una frase che chiarisce così: «semplicemente che io sono una donna e mi sento una ragazza, ma al tempo stesso c’è anche questa mascolinità molto reale che fa parte di me e ne ha fatto parte per tutta la vita. Anche quando ripenso alla me che tutti hanno conosciuto quando avevo 16 anni con “Royals”, ero spesso in abiti maschili, c’era questa qualità androgina in me, quindi non credo sia poi una grande sorpresa, è soltanto ciò che sono».
Il suo nuovo album si intitola «Virgin», e in copertina appare la radiografia del suo bacino, dove è visibile una spirale anticoncezionale. Un’immagine forte che potrebbe apparire paradossale, ma che ha un significato preciso: «la parola vergine ha varie accezioni e direi che quella della purezza sessuale era l’ultima della mia lista. Cercavo più una metafora della sensazione di rinascita che stavo vivendo, della vulnerabilità, del sentirmi nuova e arrivare a una versione molto essenziale di me stessa, in cui mi spoglio di tutto. Cercavo un’estrema purezza che non ha però a che fare con la sfera sessuale, visto che il disco racconta di una donna che si diverte parecchio. Ho trovato bellissimo il mio ritratto in cui si vedono le ossa del bacino, i jeans e la cintura, un abbigliamento semplice e iconico, e poi si vede anche questa tecnologia che mi permette di essere una donna completamente libera».
Lorde: “Famosa a 16 anni? Mai subito pressioni”
Il tema dell’immagine ha accompagnato Lorde fin dall’inizio della carriera, quando è diventata famosa a soli 16 anni. Riflettendo su quel periodo, spiega: «non credo di aver subito pressioni fuori dall’ordinario, penso solo che sia abbastanza difficile essere una donna, punto. Si ha a che fare con le pressioni che arrivano da standard sempre e comunque patriarcali e poi credo di essere stata algoritmicamente destinata a essere in lotta con la mia immagine, anche perché le tecnologie che tutti usiamo sono come una lente di ingrandimento che amplifica il senso di inadeguatezza delle giovani donne».
Nonostante le difficoltà, Lorde guarda con entusiasmo al presente, in cui le giovani artiste stanno dominando la scena musicale mainstream. «Totalmente, penso sia fantastico perché mai come ora ci sono stati tanti modi diversi di celebrare l’essere donna. Sono così orgogliosa di tutte le altre ragazze e credo che in questo momento la musica pop sia la migliore che abbiamo avuto da anni. Credo sia anche il periodo perfetto per fare uscire un album come il mio».
Questa nuova ondata è accompagnata anche da una crescente complicità tra artiste, un aspetto che Lorde vive con piacere: «assolutamente, nell’ultimo paio d’anni si è creato un legame fantastico e non è sempre stato così, sono stata molto solitaria per parecchio tempo. Adesso c’è una community bellissima in cui ci sosteniamo a vicenda ed è incredibile pensare di avere Gracie Abrams, Charli XCX o Chappell Roan che mi scrivono».
Lorde: “Una delle persone che più mi hanno ispirato è stato Raymond Carver”
Parlando del suo stile di scrittura, rivela le fonti di ispirazione che l’hanno guidata nella creazione dei testi di «Virgin»: «una delle persone che più mi hanno ispirato è stato Raymond Carver che trovo un fuoriclasse nel minimalismo linguistico. I suoi racconti mi commuovevano moltissimo da teenager e per “Virgin” cercavo proprio semplicità e chiarezza, senza iper-decorare i testi. Sono anche una grande fan di Annie Ernaux, una scoperta più recente: la sua assenza di sentimentalismo e la radicale semplicità nel suo uso delle parole sono state davvero efficaci su di me, quindi quando scrivo cerco di non adornare troppo e dire semplicemente la verità».
Anche musicalmente, il nuovo lavoro segna un ritorno all’elettronica, con una scelta stilistica ben precisa: «volevo che il disco suonasse come il mio mondo. Viviamo in un periodo di capitalismo e industrializzazione inoltrati, a volte sembra che sia tutto in mano alle macchine, ma io credo che il linguaggio delle macchine contenga anche della vera bellezza e ho provato a usarle in modo irriverente, non per forza perfetto, accettando anche suoni crudi, grossolani, non del tutto rifiniti, maneggiando la tecnologia con il mio potere».
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