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Kabir Bedi: “Romina Power? Ecco la verità sul quel bacio. Mi chiamano ancora Sandokan ma non mi strappano più la camicia”

Kabir Bedi: “Romina Power? Ecco la verità sul quel bacio. Mi chiamano ancora Sandokan ma non mi strappano più la camicia”. Kabir Bedi su Romina Power, la carriera, e non solo. L’attore indiano che ha interpretato il ruolo iconico di Sandokan, 79 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

Ancora oggi, dopo tanti anni, per strada lo chiamano Sandokan. «Però non mi strappano più la camicia», precisa con un sorriso. Il volto iconico della Tigre della Malesia racconta come tutto ebbe inizio, quando la produzione lo cercò fino in India perché voleva un attore asiatico. «Dopo il primo incontro Sollima mi invitò a Roma», ricorda. «Ho fatto molte prove: a cavallo, a nuoto, di duello con la spada, di trucco, di scene romantiche. Dopo una settimana la parte era mia».

Quanto alla Perla di Labuan, non ci fu mai una vera love story. «No, mi spiace deludervi, nessuna scintilla, niente romance tra noi. Carole Andrè era molto bella e brava ma io ero concentrato sul lavoro. E lei era triste, emotiva, aveva appena perso il padre». Il successo arrivò all’improvviso e in modo travolgente. «Gli attori vivono per momenti così, per avere questa adorazione. Era difficile andare in giro, con i paparazzi sempre addosso, però era normale. Un’ammiratrice italiana mi ha seguito dovunque, a Los Angeles, a Londra, a Mumbai, ogni volta dovevano intervenire le guardie».

Kabir Bedi: “Mi chiamano ancora Sandokan ma non mi strappano più la camicia”

Oggi la Rai ha annunciato un nuovo Sandokan con Can Yaman come protagonista. «È una buona cosa, gli auguro il meglio. Ogni generazione ha il desiderio di avventura. Loro certamente hanno a disposizione la tecnologia che noi non avevamo». E quando gli viene chiesto chi sia il più affascinante tra lui e Can, la risposta è diretta: «Lui è molto bello».

Nel corso della sua carriera, non sono mancati episodi curiosi, come quello con Gina Lollobrigida. «Mi invitò a cena in un bel ristorante romano, con altra gente. Portai anche la mia fidanzata, un’attrice molto famosa in India. Ma Gina la ignorò, parlava soltanto con me. C’era una band che suonava. Mi invitò a ballare, flirtava con me. Io ero emozionato, era una leggenda. Tornati al tavolo disse alla mia ragazza: “E tu che fai, mia cara? Segui la stella?”. Lei si offese e mi chiese di andare via. Ho avuto dieci secondi per decidere e ho seguito il cuore. La Lollo si è arrabbiata».

Il suo spirito avventuroso affonda le radici nell’infanzia. «Li prendevo in prestito», dice parlando dei cavalli che “rubava”. «Frequentavo una scuola in stile inglese nella regione dell’Himalaya. Ci era proibito cavalcare, ci andavo di nascosto. Fui scoperto, per punizione mi picchiarono sul sedere sei volte con un bastone. Ma è stato un investimento, mi è servito avere imparato».

Kabir Bedi: “Sono stato anche monaco buddista”

La spiritualità ha avuto un ruolo importante nella sua vita. Suo padre Baba era un maestro spirituale e sua madre Freda si convertì al buddismo. «Mi portò con lei in Birmania e per tre mesi sono stato un monaco anche io. Con la testa rasata e il vestito arancione giravo per le vie di Rangoon alle cinque di mattina, con la cesta per le offerte. Ho studiato tecnica della meditazione, ancora oggi mi aiuta a ritrovare l’equilibrio».

Anche la musica ha segnato la sua giovinezza: intervistò i Beatles a soli vent’anni. «Avevo 20 anni e lavoravo per una radio di New Delhi. Mentii al manager Brian Epstein, dicendogli che mi mandava il governo indiano. Mi aprì la porta Paul McCartney, amichevole, simpatico. George già suonava il sitar. Il mio eroe era John Lennon. Mi disse: “Hai la stessa età che avevamo noi quando abbiamo fondato i Beatles. Hai tutto il mondo a tua disposizione, devi essere un ribelle, non seguire le regole senza pensare con la tua testa”». Purtroppo quell’intervista andò perduta. «Alla radio c’erano pochi soldi, ci registrarono sopra un’altra cosa. Ma fu questa delusione a spingermi a cambiare città e lavoro».

Il suo spirito d’avventura lo ha portato anche a rischiare la vita sul set de Il corsaro nero. «A Cartagena, in Colombia. Il nostro galeone era trainato da un’altra barca. Il capitano non conosceva bene i fondali, ci portò a sbattere contro un muro sottomarino costruito per tenere lontani i veri pirati. Affondammo. Quando una nave cola a picco si crea un vortice che tira giù tutto. Ci ha salvato la Guardia costiera».

Kabir Bedi: “Romina Power? Ecco la verità sul quel bacio”

La sua vita sentimentale è stata intensa. «Rompere un rapporto è sempre doloroso, ma l’importante è ciò che resta quando la sofferenza finisce. Sono rimasto amico con tutte le mie ex mogli e ne sono orgoglioso». E nonostante le tante relazioni, non sono mai state storie fugaci. «Non sono state storie brevi: 7 anni, 7 anni, 15. Ora sono sposato da 9 con Parveen, ma stiamo insieme da 20».

Ricorda con affetto anche il momento della proposta, a Roma. «L’ho incontrata a Londra, facevo teatro nel West End, dopo 20 anni a Hollywood. Quasi subito mi hanno chiamato per Un medico in famiglia. L’ho portata con me a Roma e mi sono dichiarato». Ma non tutto andò secondo i piani. «Mi ha detto di no». E spiega: «Voleva capire se ero serio. Mi ha fatto aspettare 10 anni».

Nel 2022 ha ricevuto il titolo di cavaliere della Repubblica italiana. «Ho ricevuto anche l’Ordine al Merito e vi sono grato per questo. Non sono cittadino italiano ma siete nel mio cuore. Ho appena partecipato a Brescia al Forum Italia-India con il ministro Tajani per rafforzare gli scambi tra i nostri due Paesi».

Poi spiega in che cosa si sente davvero italiano? «Mangio pasta ovunque vada. Amo spaghetti al pomodoro, carbonara, ossobuco, pollo alla cacciatora». Infine, chiarisce un vecchio pettegolezzo su Romina Power. «Finto, purtroppo. Romina è speciale per me, abbiamo lavorato insieme ne Il ritorno di Sandokan. Ma rispetto molto Al Bano, lo ammiro, mi piacciono anche i suoi vini».

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