Chiama la polizia per sedare una lite tra i figli piccoli: arrestata per negligenza, solleva un caso legale e politico. Una madre single chiama la polizia per sedare una lite tra i figli piccoli scaturita da console da gioco, e viene arrestata per negligenza nei confronti dei tre bambini. L’intervento, avvenuto a giugno in un complesso residenziale di Shreveport, nello Stato americano della Louisiana, si è concluso con il suo arresto, in seguito alla scoperta di un’infestazione di scarafaggi ritenuta pericolosa per la salute dei figli.
Tuttavia, successive indagini hanno rivelato che la donna aveva più volte segnalato il problema alla direzione dell’edificio, chiedendo un intervento di disinfestazione mai effettuato. Le accuse sono state quindi archiviate, ma la vicenda ha sollevato un caso legale e politico. Secondo quanto ricostruito, la donna avrebbe contattato la polizia per un diverbio familiare, ma al loro arrivo gli agenti avrebbero trovato tre bambini piccoli in un appartamento infestato da scarafaggi, visibili su mobili, pareti e persino all’interno del frigorifero.
L’agente intervenuto, ritenendo le condizioni insalubri, decise di arrestarla, mentre i figli vennero affidati ai servizi sociali. La madre ha trascorso sei giorni in prigione, fino a quando il procuratore distrettuale ha deciso di non procedere, riconoscendo che la donna aveva inoltrato più richieste di intervento alla direzione dello stabile già nei mesi precedenti.
Nessuna traccia di droghe o armi in casa
Documenti e screenshot forniti alla stampa locale mostrano infatti richieste di manutenzione risalenti a gennaio e aprile, nelle quali la donna denunciava la presenza di scarafaggi provenienti da crepe e prese d’aria e segnalava l’inefficacia dei prodotti domestici. Nessuna traccia di droghe o armi è stata trovata in casa, né i bambini presentavano segni di maltrattamento.
Le immagini della bodycam dell’agente, diffuse successivamente, hanno alimentato le critiche di esponenti politici locali, secondo i quali la casa appariva “abitata ma ordinata” e l’arresto sarebbe stato sproporzionato. L’avvocato della donna ha definito l’episodio una grave violazione dei diritti civili, annunciando un’azione legale contro il Comune, il dipartimento di polizia e l’agente coinvolto. Il gruppo di sostegno che la assiste chiede ora che le autorità riconoscano pubblicamente l’errore e si assumano la responsabilità per il trauma subito dalla famiglia.
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