Finge di avere un cancro terminale per farsi pagare l’intervento al seno dal fidanzato: condannata a restituire la somma. Una donna di 35 anni finge di avere un cancro terminale per farsi pagare l’intervento al seno dal fidanzato ma viene condannata a ripagare la somma. Laura McPherson dovrà restituire 30.714 sterline (circa 35mila euro) dopo aver finto per anni di essere affetta da diversi tipi di cancro per truffare il suo compagno, Jon Leonard, direttore di un’azienda.
Con una serie di menzogne orchestrate nei minimi dettagli, la donna riuscì a ottenere oltre 24.000 sterline, oltre a un costoso orologio Rolex da 30.000 sterline, sostenendo di aver bisogno di fondi per cure mediche salvavita. In realtà, il denaro fu utilizzato per finanziare un intervento di mastoplastica additiva e un soggiorno in un resort austriaco.
Per rendere credibile la sua storia, McPherson si scattò foto in un letto d’ospedale e indossò abiti con slogan contro il cancro al seno. Dichiarò di essere in cura per tumori al collo dell’utero, alle ovaie, al colon e all’intestino, arrivando persino a far credere alla propria figlia di essere in fin di vita. Rifiutava costantemente di farsi accompagnare dal compagno agli appuntamenti medici, sostenendo di doversi recare da sola.
La condanna
Secondo quanto emerso in aula, la donna iniziò a mentire già durante gli anni di scuola, raccontando di avere un tumore. Nel 2017 comunicò per la prima volta al partner di essere malata, affermando di essere seguita dal Royal Derby Hospital. Negli anni successivi inventò ulteriori diagnosi e interventi, inclusa una presunta isterectomia, smentita da una foto che la ritraeva in montagna due giorni dopo la data indicata. In un altro episodio, mentre sosteneva di trovarsi in ospedale per un trattamento, fu invece scoperta a festeggiare il Capodanno a Coventry.
Leonard, oggi sollevato dalla conclusione del caso dopo oltre otto anni di tormento, ha descritto l’ex compagna come manipolatrice e priva di rimorso, dichiarando di essere stato isolato da amici e colleghi a causa delle sue bugie. L’uomo ha raccontato di essere stato vittima di continue manipolazioni psicologiche, arrivando perfino a difenderla quando gli venivano sollevati dubbi sulla veridicità della sua malattia.
Nel marzo scorso, McPherson era già stata risparmiata dal carcere e sottoposta a un ordine di comunità. Il giudice le ha ora imposto la restituzione del denaro entro gennaio e la prosecuzione delle misure alternative alla detenzione, tra cui lavori socialmente utili, coprifuoco notturno e trenta giorni di attività presso il servizio di libertà vigilata. La difesa ha attribuito il suo comportamento a disturbi d’ansia e depressione, sottolineando l’impegno recente della donna nel cercare supporto psicologico e ricostruire la propria vita.
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