Scherzi con siringa finta alle persone per strada: influencer condannato a 6 mesi di carcere. Faceva scherzi con una siringa finta alle persone per strada, per questo motivo il tribunale penale di Parigi ha condannato l’influencer francese Amine Mojito, conosciuto online come Ilan M, a sei mesi di carcere e al pagamento di una multa per il reato di “violenza con arma che non ha comportato l’incapacità al lavoro”.
La sentenza arriva dopo che il ventisettenne era finito al centro di un’ondata di polemiche per una serie di video diffusi sui social media, nei quali fingeva di iniettare una siringa nei passanti. Le immagini, diventate rapidamente virali, avevano suscitato forte indignazione e preoccupazione, in un contesto già segnato da episodi reali di punture sospette durante eventi pubblici in Francia.
Secondo il quotidiano Libération, l’accusa ha sottolineato come i contenuti pubblicati da Mojito abbiano contribuito, seppure involontariamente, a banalizzare o incoraggiare una tendenza pericolosa, quella delle iniezioni improvvise a sconosciuti durante feste e festival musicali. A giugno, infatti, decine di donne avevano denunciato di essere state iniettate con sostanze non identificate in luoghi pubblici, spesso contro la loro volontà, alimentando un clima di allarme.
Il processo
Durante il processo, Mojito ha riconosciuto la propria responsabilità, spiegando di aver agito con superficialità e senza rendersi conto della gravità delle sue azioni. “Ho avuto la pessima idea di imitare video visti su Internet, in Spagna e in Portogallo. Non pensavo potessero ferire qualcuno. È stato un mio errore: ho pensato a me stesso e non agli altri”, ha dichiarato in aula. L’influencer ha aggiunto di non essere a conoscenza del fenomeno delle punture e di aver agito in buona fede, sottovalutando le possibili conseguenze.
Mojito, che conta oltre 131.000 follower su Instagram, non ha più pubblicato contenuti dal suo arresto avvenuto il 26 giugno, mentre il suo profilo TikTok risulta disattivato. Inizialmente l’accusa aveva chiesto una pena di 15 mesi, ma il giudice ha disposto una condanna di 12 mesi, di cui sei sospesi. L’avvocata del giovane, Marie Claret de Fleurieu, ha accolto con favore la decisione, definendola un ritorno alla proporzionalità dopo l’intensa attenzione mediatica e un equilibrio tra tutela dell’ordine pubblico e diritti fondamentali dell’imputato.
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