Bibite dietetiche o zuccherate aumentano ugualmente il rischio di una grave patologia: la scoperta. Le bibite, sia dietetiche che zuccherate, aumentano ugualmente il rischio di steatosi epatica. È quanto emerge da uno studio condotto dal Primo Ospedale Affiliato dell’Università di Soochow, in Cina, e presentato dai ricercatori al convegno annuale della United European Gastroenterology tenutosi a Berlino lo scorso 6 ottobre.
Il nuovo studio mette in discussione la percezione diffusa secondo cui le bevande dolcificate artificialmente rappresentino un’alternativa salutare a quelle zuccherate. La ricerca, guidata da Lihe Liu, specializzando in gastroenterologia, evidenzia infatti come tali bevande possano costituire una minaccia persino maggiore per la salute del fegato, aumentando in modo significativo il rischio di sviluppare la steatosi epatica non alcolica, una condizione caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato.
La steatosi epatica è la più comune malattia cronica del fegato e colpisce oltre il 30% della popolazione mondiale. Nel lungo periodo, può portare a gravi danni epatici e compromettere la funzionalità dell’organo. Per analizzare il legame tra consumo di bevande e rischio di sviluppare questa patologia, il team di ricerca ha seguito circa 124.000 partecipanti all’UK Biobank, un vasto studio sanitario di lunga durata condotto nel Regno Unito. Attraverso un questionario alimentare di 24 ore, i soggetti hanno riportato le proprie abitudini di consumo.
I dati
Durante un periodo di osservazione mediano di dieci anni, circa 1.200 partecipanti hanno sviluppato la steatosi epatica e 108 sono deceduti per cause correlate al fegato. I dati mostrano che il consumo quotidiano di 250 millilitri o più di bevande dolcificate artificialmente è associato a un aumento del rischio del 60% di sviluppare la malattia, mentre l’assunzione regolare di bevande zuccherate comporta un incremento del rischio del 50%. Anche una sola lattina al giorno, sottolinea Liu, può rappresentare un fattore di rischio rilevante.
Lo studio suggerisce tuttavia che sostituire queste bevande con l’acqua può ridurre sensibilmente la probabilità di sviluppare la patologia: oltre il 15% in meno nel caso delle bevande dolcificate artificialmente e quasi il 13% per quelle zuccherate. Secondo Liu, l’alto contenuto di zuccheri delle bevande tradizionali favorisce picchi glicemici, aumento di peso e livelli elevati di acido urico, tutti fattori associati all’accumulo di grasso nel fegato. Le alternative “light”, invece, potrebbero alterare il microbioma intestinale, stimolare la secrezione di insulina e aumentare la voglia di dolci.
I ricercatori raccomandano dunque di limitare sia le bevande zuccherate sia quelle artificialmente dolcificate, indicando l’acqua come la scelta più sicura e salutare. Ulteriori studi clinici a lungo termine chiariranno i meccanismi con cui queste bevande influenzano la salute epatica. I risultati, al momento, sono preliminari e in attesa di revisione paritaria.
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