Caso Osimhen: 42=1, la strana matematica di tifo e stampa juventina e il toro che dà del cornuto al “ciuccio”. C’è una nuova teoria matematica che sta spopolando sui social bianconeri: 42 uguale 1. No, non è un nuovo teorema di Pitagora versione 2.0, né un misterioso codice segreto per accedere a qualche plusvalenza parallela.
È semplicemente l’equazione con cui una parte del tifo juventino, spalleggiato da una certa stampa “interessata”, cerca di spiegare il caso Osimhen. Secondo questa logica, se la Juventus è stata punita per 42 operazioni di plusvalenze fittizie, allora anche il Napoli deve essere punito per una sola. Perché in fondo, nel magico mondo del vittimismo bianconero, la matematica è un’opinione e la coerenza un optional.
Il caso nasce dal nuovo atto di chiusura delle indagini della Procura di Roma sull’acquisto di Victor Osimhen, operazione avvenuta nel 2020 e già ampiamente analizzata – e archiviata – in sede sportiva. L’accusa per Aurelio De Laurentiis e alcuni membri del CdA dell’epoca è di falso in bilancio. Tutto legittimo: la magistratura fa il suo lavoro, e chi è indagato avrà modo di difendersi. Ma appena “La Repubblica”, giornale del gruppo GEDI, cioè della famiglia Agnelli (già, proprio loro), pubblica le intercettazioni, scatta la corrida. E il toro, questa volta, è juventino.
La gogna social
Sui social si scatena la solita tempesta di indignazione selettiva. “Perché noi sì e loro no?”, gridano i tifosi bianconeri, evidentemente ancora scottati dalla penalizzazione di dieci punti che ha escluso la Juventus dalle coppe europee nel 2022/23. Ma la risposta è semplice: perché non è la stessa cosa. E non serve una laurea in giurisprudenza per capirlo, basta un po’ di onestà intellettuale (merce rara, a quanto pare).
Nel caso Juventus, i giudici della Figc avevano accertato ben 42 operazioni di plusvalenze fittizie, sistematiche, reiterate, pianificate per truccare i conti e garantire l’iscrizione al campionato. Un vero e proprio meccanismo industriale del “gonfiamo un po’ i valori e vediamo se passa”. Non a caso, molti dirigenti bianconeri hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento, che altro non è che un’ammissione di colpa.
Il Napoli, invece, è stato accusato di una sola operazione: quella legata a Osimhen, in cui tre calciatori semisconosciuti andarono al Lille per valutazioni considerate da alcuni troppo alte. Una questione marginale che, anche se fosse risultata irregolare (e finora non lo è), non avrebbe comunque inciso in alcun modo sui parametri economici del club partenopeo.
Non esiste quindi un “sistema Napoli”, né un vantaggio competitivo ottenuto tramite artifici contabili. Ma provate a spiegarlo a chi ancora crede che il VAR sia stato inventato per complottare contro la Juventus. E qui entra in scena la parte più grottesca: la crociata mediatica montata dal quotidiano “La Repubblica”, proprio di proprietà degli Agnelli.
L’aspetto grottesco
È come se un produttore di vino denunciasse gli altri per eccesso di alcol. O come se un ladro si lamentasse della concorrenza sleale nel settore del crimine. Il conflitto d’interessi è talmente palese che farebbe arrossire anche un politico di prima repubblica. Ma va bene così: la Juventus si lamenta, il giornale di casa amplifica, e sui social si scatena la solita sagra dell’ipocrisia.
Intanto, la stragrande maggioranza dei tifosi – quelli che ragionano con il cervello e non con la tastiera – hanno già archiviato la questione. Perché esiste ancora un principio chiamato presunzione d’innocenza, e finché non c’è una condanna, il Napoli non ha colpe. Ma questo, per certi ambienti, è un dettaglio trascurabile: molto meglio gridare allo scandalo e trascinare il nome del club azzurro nel fango, magari per lavare la propria coscienza macchiata da anni di sentenze e patteggiamenti.
In fondo, nel teatrino del calcio italiano, c’è sempre qualcuno pronto a dare del “cornuto” all’asino, o al ciuccio, come in questo caso. E mentre i tifosi juventini continuano a risolvere le loro equazioni impossibili, Napoli sorride. Perché, alla fine, la vera plusvalenza è quella dell’ironia: loro hanno perso dieci punti, noi guadagniamo ogni giorno dieci risate.
Carmine Gallucci
direttore@brevenews.com
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