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Il rituale serale per ridurre lo stress lavorativo: dura pochi minuti ed è scientificamente provato

Il rituale serale per ridurre lo stress lavorativo: dura pochi minuti ed è scientificamente provato. Ogni sera, milioni di persone si ritrovano a concludere la giornata davanti a uno schermo, tra email di lavoro e compiti lasciati in sospeso. In un’epoca in cui la reperibilità costante sembra essere la norma, cresce parallelamente il bisogno di staccare, anche solo per pochi minuti, per ritrovare un equilibrio tra vita privata e professionale.

Un recente studio della Graduate School of Management dell’Università di Buffalo, guidato da Min-Hsuan Tu e citato da Newsweek, ha portato l’attenzione su un rituale serale per ridurre lo stress lavorativo: dedicare cinque o dieci minuti ogni sera a riflettere su obiettivi personali non legati al lavoro.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 1.200 persone tra dipendenti a tempo pieno e studenti MBA, ha mostrato risultati significativi. Concentrarsi su progetti familiari, interessi individuali o attività ricreative ha permesso ai partecipanti di ridurre l’ansia legata al lavoro, migliorare l’umore e affrontare con più energia la giornata successiva. Molti hanno riferito anche benefici nelle relazioni sociali, un segnale che l’effetto del rituale va oltre il benessere personale. Secondo Tu, riflettere sugli obiettivi personali diventa una barriera naturale contro il burnout.

La continuità nel praticare questa abitudine ha portato vantaggi misurabili: chi ha seguito il metodo per oltre due settimane ha riportato meno sintomi fisici di stress, come insonnia o dolori muscolari. Tuttavia, lo studio ha rilevato che l’impatto positivo si riduce drasticamente tra i cosiddetti stacanovisti, incapaci di smettere di pensare al lavoro o di staccare dai propri obiettivi professionali. Per loro, il rituale si rivela meno efficace e in certi casi il rischio di isolamento sociale aumenta.

Il tema non è nuovo

Una revisione pubblicata su The Lancet ha dimostrato che superare le 55 ore settimanali di lavoro comporta un rischio maggiore di ictus e malattie cardiache, mentre il National Institute for Occupational Safety and Health ha documentato disturbi cognitivi ed emotivi nei lavoratori incapaci di disconnettersi.

La Harvard Business Review ha inoltre sottolineato che il riposo di scarsa qualità influisce sulla memoria, sulla regolazione emotiva e sulle decisioni quotidiane. Emma Seppälä, psichiatra della Stanford University, ha ribadito a Newsweek che il recupero mentale dopo il lavoro non è un lusso, ma una necessità medica.

Gli esperti concordano su un punto: la pratica funziona meglio se svolta lontano dagli schermi, magari annotando gli obiettivi su un quaderno, pianificando momenti ricreativi o immaginando risultati personali. La costanza rafforza gli effetti, migliorando il sonno e stimolando la creatività, come confermato anche dall’American Psychological Association.

Tuttavia, la riflessione individuale non basta da sola. Secondo gli studiosi, è fondamentale intervenire anche sui carichi di lavoro e sulla cultura organizzativa, per prevenire stress cronico e ambienti tossici. Il messaggio della ricerca è chiaro: prendersi qualche minuto ogni sera per se stessi è un passo concreto verso il benessere. Ma la sfida più grande resta trasformare queste pratiche in un cambiamento collettivo, capace di mettere la salute e l’equilibrio delle persone al centro della vita lavorativa.

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