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Team di ricercatori italiani sviluppa le molecole antisenso

Un team di ricercatori italiani getta le basi per la cura dell’invecchiamento precoce

Lo studio, pubblicato oggi su Nature Communications, getta le basi per intervenire sull’invecchiamento cellulare in alcune ‘patologie telomeriche’, che comprendono cirrosi epatica, fibrosi polmonare, diabete, cataratta, osteoporosi e artrite o in malattie rare come la progeria, caratterizzata da invecchiamento precoce.

È stata individuata per la prima volta da un team di ricercatori dell’Ifom di Milano (Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) una classe di molecole specifiche per bloccare i segnali che portano all’invecchiamento cellulare causato dal deterioramento dei telomeri, sequenze di Dna poste all’estremità dei cromosomi proprio con la funzione di mantenere integro il Dna contenuto nei cromosomi stessi.

“Nei telomeri, le protezioni alle estremità dei cromosomi che prevengono l’erosione del resto del materiale genetico, rimane traccia del tempo che passa. È fisiologico che i telomeri si accorcino progressivamente ogni volta che il Dna della cellula –  si legge nel comunicato – si replica per riprodursi o che si danneggino nel tempo anche in assenza di divisione. L’accorciamento e il danno ai telomeri costituiscono una minaccia alla stabilità del nostro Dna e la cellula reagisce attivando un allarme molecolare che blocca la proliferazione della cellula danneggiata inducendo la sua senescenza, una sorta di invecchiamento cellulare. La cellula senescente perde per sempre la sua capacità di replicarsi e di svolgere efficientemente le sue funzioni, e questo impedisce ai tessuti di rigenerarsi”.

Il punto di partenza è uno studio precedente dello scienziato Fabrizio d’Adda di Fagagna, nel lavoro si descriveva una classe di Rna non codificanti del tutto inedita, i Ddrna (Dna Damage Response Rna), con il ruolo di guardiani del Dna. In sostanza ogni volta che si rileva un danno, loro intervengono per far scattare l’allarme a tutela dell’integrità del genoma. La nuova ricerca porta a una comprensione più avanzata di come avviene la segnalazione all’interno della cellula della presenza di telomeri danneggiati e apre la via allo sviluppo di soluzioni per impedirla.
La ricerca è stata realizzata con il contributo, tra gli altri, dello European Research Council Advanced Grant, della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, del Marie Curie Initial Training Network, di Sipod e dell’Human Frontier Science Program .

D’Adda di Fagagna e il suo team hanno sviluppato una nuova batteria di molecole dette antisenso, “si tratta di oligonucleotidi che agiscono specificamente sui telomeri inibendo la funzione dei Ddrna telomerici – precisa Francesca Rossiello, ricercatrice del team Ifom e coautrice della pubblicazione – impedendo perciò l’attivazione degli allarmi molecolari che condurrebbero inevitabilmente la cellula alla senescenza”.

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