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Cronaca

Milano, indagano su furto di borsa, fanno ritrovamento record di oggetti rubati

Leggo

Milano, sgominato il magazzino delle griffe rubate. Centinaia di pezzi, tre arresti

Un’indagine sul banale furto di una borsa nei giorni del Salone del mobile ha portato alla scoperta di un magazzino pieno di refurtiva in zona via Padova, un piccolo bazar illecito alimentato dai colpi di una banda di sudamericani: tre peruviani di 35, 36 e 60 anni e un cubano di 34 anni, tutti con precedenti.

La vicenda inizia quando un designer di 46 anni denuncia ai carabinieri della compagnia di Rho il furto della propria valigia dalla hall di un albergo a Lainate. I militari hanno guardato le immagini e sono riusciti a risalire al cubano e al complice di 60 anni che si stavano allontanando su un’auto. Quello che doveva essere un controllo di routine nell’appartamento di uno dei due fermati si è trasformato in un ritrovamento record di oggetti rubati negli ultimi tempi a milanesi e turisti: ben 106 borse, 73 paia di occhiali da sole, 62 portafogli, nove smartphone, cinque orologi da polso, un tablet, un navigatore satellitare, svariati gioielli, 141 banconote venezuelane e 642 euro.

C’erano anche una patente del Nicaragua con la fotografia del cubano ma con generalità fasulle, e otto timbri per visti aeroportuali di Argentina, Nicaragua, Grecia e Portogallo. Il buco nero è in via Arquà, una traversa di via Padova di fronte al parco Trotter. Una terra di nessuno dove lo scorso week end c’è stato un intenso traffico di auto delle forze dell’ordine. Mentre i carabinieri entravano nel deposito della merce rubata, gli agenti della squadra mobile perquisivano l’appartamento in cui viveva Bakary Danso, il gambiano di 24 anni che sabato mattina è stato ferito alla gamba da un colpo di pistola esploso da un poliziotto dopo aver minacciato i passanti con due coltelli davanti a un kebab di viale Monza. L’immigrato, con molti precedenti per droga e almeno tre sostanze diverse nel corpo al momento dell’arresto, viveva in quell’abitazione con dieci persone, tutte straniere: quattro erano in regola con i documenti, altre sei no, e tre di queste erano già state arrestate per reati connessi allo spaccio.

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