I Simpson compiono 30 anni Il 19 aprile. Ecco tutte le tappe
«I cartoni sono solo stupidi disegni per farsi una risata» dice Homer alla moglie Marge. Niente di più sbagliato. E a insegnarcelo sono stati proprio loro, I Simpson: il cartoon più applaudito e longevo della tv, che il 19 aprile compie 30 anni. «La famiglia è apparsa per la prima volta in tv, nel 1987, all’interno di un varietà: era protagonista di corti di 1 minuto, in onda tra uno sketch e l’altro» ricorda l’esperto di fumetti Luca Raffaelli. Da allora I Simpson vantano in carnet 616 episodi, 31 Emmy Awards (gli Oscar della tv Usa), una stella sulla Hollywood Walk of Fame e il titolo di “Miglior show del 20esimo secolo” per il magazine Time.
Sono stati i primi a parlare di attualità – «I cartoni sono sempre stati considerati un intrattenimento light» dice Raffaelli. «Però I Simpson, attraverso storie e personaggi esilaranti, paradossali e molto umani, hanno creato un mondo che rispecchia il nostro e allo stesso tempo ne smaschera le ipocrisie e le ingiustizie». I temi toccati sono attualissimi: dagli integralismi religiosi, messi alla berlina tramite il maniaco della Bibbia Ned Flanders, alla corruzione dei potenti, con il sindaco Quimby e il commissario Winchester.
Hanno previsto l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca – I personaggi creati da Matt Groening hanno la capacità stupefacente di prevedere il futuro: «Sono tantissimi i casi in un cui un evento è accaduto prima nella serie e poi nella realtà» nota Raffaelli. Qualche esempio? «L’elezione a presidente Usa di Donald Trump, in onda nel 2000; lo scandalo della carne equina, anticipata nell’episodio di 20 anni fa in cui la cuoca della scuola usava scarti di cavallo; o ancora il caso Snowden, previsto nel 2007, quando la famiglia si scopre sorvegliata dall’Nsa».
Sono entrati nel dizionario di inglese di Oxford – Una prova di quanto I Simpson siano ormai parte della nostra quotidianità? “Doh!”, l’esclamazione di disappunto tipica di Homer, è stata inserita nell’Oxford English Dictionary. Ma dietro il politicamente scorretto, l’irriverenza e lo humour, c’è un insegnamento importante: «Il valore della famiglia» sostiene Raffaelli. «A dispetto delle critiche che si accaniscono sulla figura di un padre stupido, maleducato e debole, Homer, la moglie Marge e i figli Bart, Lisa e Maggie riaffermano sempre l’amore che provano l’uno per l’altro».
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