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Renzi vince le primarie e si riprende la segreteria del Pd

Affluenza di oltre due milioni alle primarie, Renzi si riconferma segretario del Pd.

I dati parlano chiaro. A spoglio in corso, Matteo Renzi è al 71,1%, Andrea Orlando al 21,1%, Michele Emiliano al 7,8%.
“Abbiamo fatto qualcosa di straordinariamente grande. La democrazia è la possibilità di scegliere e il primo grazie è per i volontari”. Matteo Renzi vince nettamente le primarie del Pd e si riprende la segreteria del partito. “Grazie a chi lavora nel governo, a iniziare da Gentiloni: lavoreremo al vostro fianco con molta convinzione”. “Il congresso – sottolinea poi Renzi – segna l’inizio di una pagina nuova, non è la rivincita”.
“Ha vinto tutto il Pd, ma soprattutto quello che non si è vergognato delle cose fatte in questi anni, della legge sul dopo di noi, delle unioni civili, della legge sul lavoro, perché se ci sono 700mila posti di lavoro in più non possiamo far finta di vergognarcene, il Jobs act è una delle cose più straordinariamente di sinistra fatte“, spiega Renzi. Sulle larghe intese, invece, frena: “Noi vogliamo fare la grande coalizione con i cittadini non con dei presunti partiti che non rappresentano nemmeno se stessi”.

L’affluenza sfiora i 2 milioni di persone, nettamente più alta delle previsioni, ma in calo rispetto al 2013 quando a votare furono in 3 milioni. Non sono mancati problemi ai seggi. Contestazioni e polemiche, in particolare, a Nardò, nelle leccese, dove il voto è stato sospeso per irregolarità, a Gela, in provincia di Caltanissetta, tutto annullato. A Minori, sulla costiera Amalfitana, il partito avrebbe messo a disposizione un fondo cassa per votare senza versare i due euro.

“Tutti parlano di populismi – dice Renzi – ma l’alternativa non è nel salotto, nei tweet, ma nel popolo“. Poi la questione Ue, nodo al centro della ripartenza: “A Bruxelles chiediamo un cambiamento vero“. Al terzo piano del Nazareno, il leader, rilegittimato dalle primarie, festeggia su un palco circondato dai volontari e dai fedelissimi, a partire da Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Ma ci sono anche Lorenzo Guerini, Maurizio Martina, Matteo Richetti, Matteo Orfini, Ettore Rosato, Dario Franceschini e Piero Fassino.

La prima reazione di Renzi alla vittoria arriva con la fotografia di un biglietto postata su Instagram. “Una responsabilità straordinaria! Grazie di cuore a questa comunità di donne e uomini che credono nell’Italia. Avanti, insieme”, si legge. Poi la telefonata dal premier Paolo Gentiloni, che si congratula, e l’entusiasmo del ministro Dario Franceschini: “Grandissimo risultato per Matteo e per il Pd! Ora tutti insieme si può ripartire”.

In serata parlano anche i due sconfitti, il ministro Andrea Orlando e il governatore della Puglia, Michele Emiliano. “Dobbiamo pretendere dal nuovo segretario del Pd che sappia essere sempre il custode dei valori costitutivi del centrosinistra e del Pd – spiega Emiliano -. Noi vogliamo ricostruire il Pd che è in macerie dovunque, dal nord al centro. La responsabilità principale spetta al segretario, ma noi faremo quanto necessario per ricostruirlo assieme a lui. Anche facendogli opposizione, ma con lealtà, intelligenza e nel merito. Mai per principio”.

Orlando assicura che, “grazie a una battaglia che combatteremo con le idee, costruiremo un centrosinistra largo contro le destre. Ci batteremo ancora per questa prospettiva. Non è arrivato il momento di smobilitare. Molti, anche tra gli elettori di Matteo Renzi, condividono l’esigenza della costruzione di un nuovo centrosinistra”.

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