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Martina Colombari a 360 gradi: “Io considerata oca ma adesso le cose sono cambiate. Sul sesso con Billy e le ginocchia sbucciate…”

Martina Colombari a 360 grandi in una lunga intervista rilasciata a  ‘Il Giorno’ di cui vi proponiamo alcuni passaggi:

A 42 anni come si tiene in forma?
«L’importante è salvaguardare il corpo. Da qualche anno ho cambiato alimentazione: non mangio carne rossa, non fumo, bevo poco vino, mangio proteine vegetali, sto togliendo il glutine dopo aver fatto il test del dna. Faccio molta attività fisica».

In passato, a causa della sua magrezza, c’era chi l’accusava di essere anoressica.
«Purtroppo la gente utilizza i social come una volta si andava al bar dello sport. Un conto è un corpo ‘fit’, un altro un corpo malato. Spesso sopporto in silenzio, ma ogni tanto, di fronte a queste accuse assurde, mi parte la mia vena romagnola, rispondo e mordo».

L’età che avanza?

«Non ho meriti. Sono responsabile del mio carattere, della mia storia, dei miei pregi e dei miei difetti. Per il resto, sono stati bravi la mia mamma e il mio papà. La bellezza è un carattere che ho ricevuto e che in gioventù mi è pesato molto, perché era difficile farsi considerare per qualcosa che non fosse l’occhio azzurro o il capello biondo. Molte volte mi è capitato di tornare a casa, dopo una cena di lavoro, e scoppiare in lacrime perché nessuno mi rivolgeva la parola. Percepivo l’atteggiamento nei miei confronti, la classica ‘bella oca’. Se invece oggi vado a un forum della Barilla sul problema del cibo, della sostenibilità, della malnutrizione, mi ascoltano e mi coinvolgono».

Ventidue anni di amore, di cui tredici di matrimonio, con Billy Costacurta. È una gara di resistenza?
«È un triathlon. A volte si va con una nuotata liscia, altre volte ci sono delle buche da affrontare con la mountain bike… c’è di tutto come in tutte le famiglie, dove si cerca di educare un adolescente con tutte le problematiche portate dal mondo che ci circonda».

Lei è una mamma chioccia o una mamma tigre?
«Sono una mamma rompiscatole. Controllo i compiti, dico a mio figlio di vestirsi, di asciugarsi i capelli, di accendere i fari in bicicletta. Sono iper-protettiva, mentre mio marito dice ‘deve sbattere la faccia perché se non la sbatte a 13 anni poi la sbatte a 18-20 e allora fa male».

È vero che è molto gelosa?
«Sì. Vedo che c’è un atteggiamento generale in cui non ci si fanno troppi problemi (sia per gli uomini che per le donne) a cercare amanti. Anche se sanno che sono sposata, gli uomini non esitano a proporsi, e credo che lo stesso succeda a mio marito, sebbene non venga a raccontarmelo. Quindi bisogna avere i ricettori a 360 gradi… ».

Cosa pensa della questione delle molestie nel mondo dello spettacolo?
«C’è sempre stata. Ma un conto è l’avance, un conto è l’invito a cena… sono cose che ti possono anche far piacere. Un altro conto sono invece le vere e proprie molestie, i ricatti, che vanno denunciati. Non critico le donne che lo hanno fatto a distanza di anni, perché è troppo facile dire: lo dovevi fare prima. È inutile parlare di parità dei sessi: non ce l’avremo mai. Nella carriera e nemmeno nell’ambiente familiare, perché quando tuo figlio ha la febbre chiama mamma, non papà. Io non voglio mettermi i pantaloni e non voglio che mio marito faccia la donna di casa».

A lei è capitato qualche episodio imbarazzante?
«Mi è capitato ma sono sempre riuscita a tirarmi indietro».

Leggo il titolo di una sua vecchia intervista: ‘Sesso con Billy? Ricordo ancora le capriole’.
«(Ride). Ricorre sempre la battuta delle mie ginocchia sbucciate perché le prime volte eravamo sulla moquette…».

Se le sbuccia ancora, le ginocchia?
«Adesso abbiamo il parquet.»

È vero che andrà a Sanremo?
«L’ho letto sui giornali. Mi divertirebbe anche se molti dicono che non sarebbe la scelta giusta perché il Festival ti prosciuga».

Con che politico vorrebbe andare a cena?
«Ho assistito a esilaranti barzellette di Berlusconi dietro le quinte di Porta a Porta, e anche quando ci invitava a Villa Certosa. Mi piace come parla Renzi, perché è chiaro. Ma di politica non capisco niente. Da quando mi occupo del sociale, da Haiti alla Fondazione Rava, all’aiuto ai terremotati, mi incavolo quando vedo che piccole fondazioni come la nostra ottengono risultati, mentre lo Stato non fa niente. Così come ci sono tante altre cose che non funzionano: non è possibile che noi donne appena arriva l’imbrunire non possiamo salire su una metropolitana o andare in un parco perché veniamo stuprate».

Cosa ha pensato quando suo marito ha detto no al Milan?
«Non ho mai messo becco nelle sue faccende di lavoro. Io di calcio non capisco niente, a cominciare dal fuorigioco».

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