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Sacchetti a pagamento, il Ministero apre a quelli portati da casa, ma è rivolta social! E da Napoli arriva l’idea “Cuoppo” gratis [VIDEO]

È rivolta social per la legge sui sacchetti a pagamento

Dal 1 gennaio è entrata in vigore la nuova legge che prevede il pagamento dei cosidetti “ultraleggeri”, ovvero i sacchetti biodegradabili per l’ortofrutta. Una scelta fatta dal Governo italiano, poichè la direttiva europea si focalizzava sulle borse in plastica e concedeva ai Paesi membri la possibilità di escludere i sacchetti ultraleggeri dalle misure. In Europa, infatti, oltre all’Italia, solo la Francia ha adottato questo tipo di misure, mentre la maggior parte degli altri stati membri si è limitato alle buste per la spesa in plastica tradizionale, mettendole a pagamento.

Intanto la posizione ufficiale del ministero della Salute si ammorbidisce sul riutilizzo, come spiega il segretario generale del dicastero Giuseppe Ruocco a Repubblica: “Non siamo contrari al fatto che il cittadino possa portare i sacchetti da casa, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti. Il riutilizzo dei sacchetti determinerebbe infatti il rischio di contaminazioni batteriche con situazioni problematiche. Il titolare dell’esercizio commerciale avrebbe ovviamente la facoltà di verificare l’idoneità dei sacchetti monouso introdotti”.

La legge, intanto, non è stata accolta come previsto dai fantomatici sondaggi commissionati da alcuni produttori di bioplastica, ma ha scatenato molte polemiche sui social, soprattutto su Twitter, dove l’hastag #sacchetti è in top tendenze. Simbolo della rivolta contro il provvedimento, la foto pubblicata da un consumatore, che ritrae quattro arance pesate ed etichettate singolarmente. Questo metodo, però, seppur abbia dato il via alla protesta, non permette di risparmiare i 2 centesimi del sacchetto, almeno non sempre, perché i supermercati usano diversi metodi per addebitare il costo del contenitore compostabile.

In alcuni punti vendita il sacchetto si paga a parte, alla cassa, come viene fatto per la spesa normale: sarà compito del cassiere aggiungere il costo del sacchetto ortofrutta. In questo caso non si pagano i due centesimi se non si prende il sacchetto. In altri supermercati, il costo del sacchetto viene addebitato direttamente in etichetta, quindi, anche se non si prende il sacchetto lo si paga lo stesso. In altri invece, anche se il sacchetto viene addebitato in etichetta dopo aver pesato il prodotto, si può chiedere alla cassa di stornarlo se si decide di non comprarlo. Anche se quest’ultimo caso è molto raro.

Il colpo di genio arriva però da Napoli, dove alcuni cittadini e commercianti dei mercatini storici del capoluogo partenopeo, e non solo, hanno ri-lanciato l’idea “Cuoppo”. Un sistema molto usato prima dell’avvento dei sacchetti di plastica, quando un po’ in tutto il Sud Italia la frutta e la verdura venivano avvolti in fogli di carta modellati a mo’ di cilindro. Il suddetto cuoppo fu poi sostituito dai sacchetti di carta, un’altra valida, e ancora attuale, alternativa ai contenitori compostabili. E proprio da due nostri lettori di Napoli ci arriva il video ‘tutorial’ di come si prepara un cuoppo:

 

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