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Cronaca

Crollo ponte Morandi, La Stampa: “Nelle settimane precedenti i tecnici si sono scambiati messaggi sulla criticità”

Crollo ponte Morandi, il quotidiano ‘La Stampa’ pubblica un’indiscrezione che, se confermata, è destinata a far clamore:

“Nelle settimane precedenti il crollo del ponte Morandi (14 agosto, 43 morti) i tecnici della galassia Autostrade si sono scambiati messaggi inerenti le criticità del viadotto. Lo hanno scoperto la Procura guidata dal capo Francesco Cozzi e i finanzieri del Primo Gruppo, agli ordini del colonnello Ivan Bixio.

L’ accelerazione agli accertamenti, che saranno approfonditi nei prossimi giorni, è arrivata con il primo esame dei contenuti dei telefonini appartenenti a 15 fra top manager, dirigenti e, appunto, tecnici di vario livello della società concessionaria o della sua controllata Spea engineering (il contenuto era stato duplicato nelle scorse settimane). Il procuratore Cozzi valuterà inoltre se sia utile ascoltare il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, dopo che alla Camera ha ribadito d’ aver ricevuto «pressioni» affinché non rendesse pubblica la concessione di Autostrade stessa: «Decideranno i miei sostituti, sebbene al momento non sia una priorità».

Proprio Toninelli, parlando ieri sera a In Onda , ha annunciato che a stretto giro sarà approvato il “Decreto Genova”, contenente agevolazioni fiscali per le imprese e norme per consentire agli sfollati di non pagare i mutui. «Nel decreto – ha aggiunto – inseriremo una regola che è allucinante non sia mai stata fatta: l’ obbligo del collaudo. Il concessionario dovrà verificare se un’ opera è stabile, altrimenti verrà chiusa. È inoltre molto probabile che a breve le persone fuori casa potranno rientrare per qualche ora a prelevare i propri oggetti».

L’ esito dei controlli sui telefoni è ritenuto di particolare rilievo, poiché gli scambi privati permettono di focalizzare la reale percezione sullo stato del manufatto che vi era all’ interno dell’ azienda prima del crollo. Gli inquirenti hanno fin qui appurato che la documentazione tecnica, in particolare quella allegata al progetto di restyling dei tiranti che sarebbe dovuto iniziare a ottobre, conteneva sì alcuni report non confortanti, ma mai veri e propri allarmi. Esaminando invece alcuni scambi di messaggi rinvenuti nei telefonini, si comprende come il livello di preoccupazione fosse perlomeno superiore a quello messo nero su bianco nei carteggi formali.

È un dettaglio tutt’ altro che trascurabile, agli occhi di chi indaga. E sebbene da magistrati e finanzieri arrivi un secco «no comment», è indubbio come le chat complichino la posizione di varie figure. Va tuttavia precisato un elemento: sebbene in ambienti investigativi le chat analizzate di recente siano definite «di forte interesse», andranno contestualizzate per circoscrivere il peso specifico di ciascuna affermazione.

Sempre sul fronte dell’ indagine si apprende che anche nel corso del consiglio d’ amministrazione di Autostrade (12 ottobre 2017) in cui si diede via libera allo stanziamento da oltre 20 milioni per la ristrutturazione dei tiranti, il cui cedimento è con ogni probabilità all’ origine dello scempio, si affrontò il tema della «sicurezza», come risulta dal verbale in mano alle Fiamme Gialle. E furono gli stessi top manager a definirla come una «priorità», dopo che nell’ assemblea si era parlato delle possibili ripercussioni del restyling sulla viabilità. Tutti insomma sapevano che risistemare il Morandi non era vitale solo per il traffico”.

Intanto la procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati venti persone e la società Autostrade per responsabilità dell’ente. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. 

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