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Spettacolo

Luca Barbareschi si racconta: “Gli anni di follie a New York, la serie sul Calcio e la reazione di Moggi. Quella volta con Lou Reed…”

Luca Barbareschi si racconta nel suo intervento a “Un Giorno da Pecora”, su Rai Radio1:

Luca Barbareschi si racconta. Dagli anni di follie e star a New York, tra Lou Reed e David Bowie, il passato e il futuro, con una serie sul Calcio. L’attore e produttore a ruota libera nell’ intervista rilasciata a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari,

Luca Barbareschi ha vissuto negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ’70.
“Ai tempi vivevo a casa di Oliviero Toscani e studiavo all’Actor Studio”. 

Com’era vivere la Grande Mela a quell’epoca? 
“Come entrare nella copertina di un disco. La sera uscivo con Oliviero e a cena con noi c’erano Mick Jagger, David Bowie, Lou Reed”. 

Girava anche molta droga? 
“Le droghe in quegli anni erano complemento, non un fine. C’era magari una canna, e a volte una specie di pillola che davano ai cavalli, un sonnifero: io la presi solo una volta e dormii per due giorni. Erano anni di sperimentazione e follia totale, che fecero danni terribili”.

Come metterebbe i guardia i suoi figli da questi pericoli? 
“La trasgressione è inevitabile in un adolescente, ma devi sapere che pagherai un prezzo. Meglio un padre che racconta la verità ai propri figli che un ipocrita che va ai giardinetti di nascosto”. 

Una volta disse di aver ‘pippato’ con Lou Reed. 
“In quegli anni lì c’era il Max Kansas City, un locale in cui venivano tutti i cantanti, e dove succedeva di tutto. Era il ’74, io avevo 18 anni. C’era la droga su qualsiasi tavolo. Lou Reed era un amico, ci conoscevamo”.

E’ vero che in quel periodo ebbe una relazione con Naomi Campbell? 
“No, avevo una storia con Beverly Johnson, la prima donna afroamericana a comparire sulla copertina di Vogue”.

Qual è la donna più bella che ha conosciuto? 
“Elena Monorchio, mia moglie”. 

Ora è fedele? 
“Certo, la fedeltà è una grande trasgressione. Ora sto bene, ho voglia solo d tornare a casa e stare coi miei due bambini piccoli”.

Lei è riconosciuto come attore di destra. 
“No, sono l’unico vero attore di sinistra in Italia. Lo sono negli atti: pago le tasse e ho messo soldi miei per aprire un teatro. L’ultimo ad averlo fatto è stato Rossini”. 

Perché gli attori sono quasi sempre di sinistra. 
“Per pura paraculaggine: così per anni hanno avuto tanti favori”.  Il cinema italiano le piace? “Quando è fatto bene si. ‘La Vita è bella’ ad esempio, fu un’idea presa dal regista di ‘Train de vie’, Mihaileanu. E’ un film finto sullo shoah, ci furono varie polemiche”.

Politicamente lei è sempre stato craxiano…
”Io sono un craxiano a vita”. 

Ed è stato anche berlusconiano. “Totalmente”. 

E Renziano, anche? 
“Mi era simpatico”.  

Dopo il Pdl lei si avvicino’, per un breve periodo, anche a Futuro e Libertà, il poco fortunato partito di Gianfranco Fini. 
“Fini l’ho sentito qualche mese fa, Gianfranco aveva un grande futuro. Ha sbagliato ad avere certe uomini vicino”. 

Fini le diede del pagliaccio però. 
“Ride bene chi ride ultimo. Ma io non rido, perché quando è successo quel che gli è successo l’ho chiamato per dargli sostegno”.

Si ricorda quando, a Filicudi, ‘picchiò’ la Iena Filippo Roma. 
“Rischiava molto di più, mi fece cadere la mia bambina per terra. Quella parte non la montarono però”. 

Come la fecero cadere? 
“Me la fecero cader inavvertitamente, certo, ma sfido chiunque  a reagire in modo diverso quando vedi tua figlia con un rigolo di sangue. La goliardia è divertente se non diventa offensiva fisicamente”. 

E’ vero che farà una serie sul calcio? 
“Faremo una bellissima serie che si chiamerà ‘L’Impero’. Non parlerà di Calciopoli ma del mondo del calcio”. 

Luciano Moggi, pare, non abbia gradito molto questa idea. 
“Si è arrabbiato subito ma non ha nemmeno letto quello che ho scritto”.

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