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Spettacolo

Platinette: “Costanzo? Spesso ha grande imprinting, ma davanti a un bignè. Vi spiego come è nato il personaggio…”

Maurizio Coruzzi, meglio noto come Platinette, è intervenuto nel corso del format “I Lunatici”, su Rai Radio 2:

Maurizio Coruzzi, in arte Platinette, ha parlato del suo rapporto con la notte: “Ho un rapporto problematico con la notte, è il momento della verifica di quanto riesco a resistere alla tentazione del frigorifero. Purtroppo la mia pratica, essendo masochista di sicura fama, è stata quella in questi giorni di avere una mappatura completa di chi può portarmi del cibo a casa fino alle cinque della mattina. Potrei scriverci una guida per i famelici e bulimici della notte.

Fra un po’ scoppierà l’ennesimo buco nella cintura, ma pazienza. Ho imparato questa pratica qualche anno fa negli Stati Uniti, dove è di rigore mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Lì mi sono accorto quanto è bello di notte poter perfezionare il proprio vizio andando al di là del possibile”, esordisce Coruzzi.

L’artista aggiunge: “Dal cinese al filippino, che ho scoperto di recente. Tra un po’ mi verranno gli occhi a mandorla. Gli orientali sono più puntuali, uno dei problemi del bulimico di notte è che non può aspettare, altrimenti sclera. E’ come un tossico. O hai la dose di calorie o sono guai seri. Magari non puntano molto sulla qualità, ma hanno capito che prima arrivano e più guadagnano”, le sue parole riportate da dagospia.

Platinette, poi, ha parlato ancora di cibo e di obesità: “E’ giusto che tanti ci dicano di andarci cauti con l’esagerazione alimentare. E’ troppo evidente, chiunque sia razionale capisce che si sta facendo del male. Penso a grandi amici obesi che ho incrociato nella vita. Penso a Maurizio Costanzo. Su tanti fronti è una persona con un grande imprinting, ma poi davanti a un bignè sembra veramente all’ultimo stadio dell’eroina di una volta. C’è un modo di osteggiare gli obesi perché rappresentano dal punto di vista della sanità un peso consistente, e in effetti sulla sanità pesiamo tantissimo. Ma l’approccio se fosse corretto dovrebbe essere più psicanalitico che da nutrizionista. Non riesco a pensar male di chi combatte l’obesità, è un male di questa società”.

Sulla nascita del personaggio Platinette: “E’ nata quando sono andato a vedere un gruppo, a Parma. In un circolo di quelli un po’ peccaminosi. Recitavano la difficoltà di essere omosessuali in Siberia. Morale della favola, la sera dopo sono tornato e già lavoravo con loro. Il primo nome d’arte è stato Oscar Selvaggia. Poi in fondo a una valigia trovammo una parrucca patinata sporca, che sembrava un topo morto. L’abbiamo messa in lavatrice e su consiglio di una nostra amica cantante molto famosa cambiammo nome d’arte e scegliemmo Platinette. In onore di una pornostar che negli anni 70 cambiava nome a seconda della parrucca che si metteva. Quando indossava la parrucca rossa era miss Pomodoro, quando metteva la parrucca bionda era Platinette”.

Sull’omofobia:  “Realtà o ipocrisia? Né l’una nè l’altra. Non è che qualcuno ogni notte punta ad ammazzare gay, lesbiche e omosessuali: C’è qualche cretino, quello sì. Ci sono sempre stati i cretini. Non vorrei che il paradosso fosse scambiato per verità, preferivo altri tempi, quando c’era quel tipo di borghesia che ammetteva tutto e non diceva niente. Mi sembrava che proprio in quel tipo di società borghese, dove chiunque faceva ciò che voleva, ma almeno la facciata era rispettata, in fondo ci fossero più libertà di quante ce ne sono oggi. Non vedo quale sia la necessità di anteporre alle altre qualifiche quella di omosessuale. Io prima di ogni altra cosa sono italiano, di sesso maschile”.

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