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Cronaca

Torino, camere mortuarie piene al Maria Vittoria: “Rischiamo effetto Bergamo”

Camere mortuarie piene all’ospedale Maria Vittoria, la rivelazione di un medico

Torino, camere mortuarie piene al Maria Vittoria: “Rischiamo effetto Bergamo”. Allarme di un medico che preferisce non far sapere il suo nome, della direzione sanitaria dell’ospedale Maria Vittoria, a ‘Il Corriere della Sera’. Nel fine settimana, ci sono stati così tanti decessi, la maggior parte per Covid, che domenica non c’era più una camera mortuaria libera. «Rischiamo di diventare come Bergamo nella scorsa primavera».

Quindici quelle presenti tra il Maria Vittoria e l’attiguo Amedeo di Savoia e 15 quelle occupate. «Ci fosse stato un sedicesimo decesso, non avremmo saputo dove mettere le spoglie. Va detto che oggi tutte le imprese funebri hanno impianti di refrigerazione delle salme che, in casi estremi, possono essere utilizzati. Ma di questo passo, rischiamo davvero di finire come la Lombardia ad aprile, con i camion dell’Esercito che portano via le bare: una scena che spero di non vedere mai».

La guerra contro il coronavirus è durissima. Solo ieri, in Piemonte, il Covid ha fatto 49 nuove vittime, il numero più alto di questa seconda ondata, anche se in primavera si arrivò ai cento decessi quotidiani. Adesso il problema non è tanto riuscire a trovare ai defunti uno spazio degno in attesa della sepoltura.

Torino, camere mortuarie piene al Maria Vittoria: l’allarme dei medici

I medici del Maria Vittoria si lamentano piuttosto perché il Comune di Torino è lento nello svolgere le pratiche necessarie. «Prima che le onoranze funebri possano portare via la bara, serve il via libera al trasporto e al seppellimento del Comune. A noi risulta che gli uffici comunali siano aperti soltanto fino al sabato mattina. Ma nella situazione in cui ci troviamo dovrebbero lavorare anche la domenica». E poi si chiedono sarcastici: «Forse in corso Tassoni?».

Ieri la situazione si è sbloccata. Arrivate le autorizzazioni dal Comune, la direzione sanitaria ha contattato le imprese funebri, che hanno portato via le salme. Un’operazione che il Covid ha reso ancora più triste e rapida. Ormai molte, troppe famiglie sanno che chi muore con il coronavirus viene avvolto in un lenzuolo e riposto nella bara, poi chiusa immediatamente e senza o quasi la possibilità di un ultimo saluto per evitare il diffondersi dell’infezione.

I numeri dell’epidemia nella Regione restano elevatissimi nonostante qualche timido segnale di miglioramento. E di questo passo il pericolo è davvero di arrivare a così tanti defunti da non sapere più dove sistemarli (fonte: Il Corriere della Sera).

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