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Orietta Berti: “Playmen? Cifre d’oro ma ho dovuto rifiutare. Alla mia età viene un pensiero fisso”

Orietta Berti: “Playmen? Cifre d’oro ma ho dovuto rifiutare. Alla mia età viene un pensiero fisso”. La cantante ripercorre le tappe più significative della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Non si direbbe ma con Achille Lauro avete in comune lo stesso stilista…
«Ci conosciamo da tempo, ci siamo sempre incontrati dietro le quinte delle trasmissioni tv, lui e la sua ironia romana. Lui si veste romantico, con le maniche a sbuffo, i polsi alti, i fiocchi al collo. Si mette anche le tute trasparenti, ma io sono una signora e non potrei mai. Se Achille si mettesse i miei abiti sarebbe davvero originale…».

Beh, lo sembra già abbastanza… Nel brano viene citata e mostrata la Coca Cola, vi hanno pagato?
«Non lo so, ha fatto tutto Fedez. So però che esiste il rossetto «rosso coca cola» che io dovevo indossare ma su di me non stava bene, alla fine ho preferito il fucsia».

«Hai risolto un bel problema e va bene così / Ma poi me ne restano mille». Quali sono stati i suoi «mille problemi»?
«Da giovane mi è mancato il papà che avevo 18 anni in un incidente, ci siamo ritrovati io, la mamma e la nonna, non erano tempi d’oro. Volevo fare la cantante ma non c’erano i mezzi di oggi. Non è facile come adesso che metti una canzone in rete e la ascoltano migliaia di persone. Erano i problemi dell’economia, dell’avvenire, della professione».

E i problemi di oggi?
«La salute. Io e mio marito abbiamo avuto il Covid, siamo stati molto male. Il pensiero è chi va via prima: io o Osvaldo? Questo è il pensiero fisso che viene a una certa età».

Orietta Berti: “Playmen? Mia mamma e mia nonna non l’avrebbero presa bene”

[…] Oggi è tutto più facile, c’è anche l’autotune per chi è più cane che usignolo…
«Una volta c’erano tanti autori bravissimi nello scrivere, ma non a cantare e non potevano fare i cantautori. Adesso chiunque può farlo».

È tutto finto?
«È come una donna che si mette a posto il naso, gli zigomi, si toglie il doppio mento, aggiusta la palpebra un po’ pesante: è la chirurgia estetica della voce».

Lei quanto la allena?
«Sempre, tutti i giorni, è un muscolo da tenere sempre in movimento. Mi metto le cuffie mentre mi occupo dei miei animali. Ho nove gatti in casa, due molossi e due pesci. I gatti non li faccio uscire, alcuni me li hanno rubati, altri non sono tornati, in casa stanno bene. Sono loro i padroni».

Il suo trucco per la voce?
«Il peperoncino. Lo compro a Vasto quando è la stagione, quelli piccantissimi fanno bene alla voce. È come prendere il cortisone, che però a me fa ingrassare e non va bene. Il peperoncino, oltre a essere un concentrato di vitamina c, pulisce le corde vocali, la voce esce cristallina. L’ho sempre usato».

Se non avesse fatto la cantante?
«Mi sarebbe piaciuto fare la maestra d’asilo. Mia mamma invece mi diceva sempre che se le cose non fossero andate bene potevo entrare nella pesa pubblica che gestiva lei a Cavriago. Una volta tutte le merci passavano per forza da quella bilancia, mia mamma aveva sempre tanto lavoro: pesava animali, maiali, mucche, foraggi, frumento, un via vai di autotreni nella piazza. Ma a me non piaceva, andar lì dalla mattina presto alla sera tardi. Adesso è ancora lì la pesa, è diventata un’antichità da andare a vedere».

Orietta Berti: “Playmen? Cifre d’oro ma ho dovuto rifiutare”

Lei è il ritratto della persona pia e pacata, la cosa più trasgressiva che ha fatto?
«Le vacanze a Los Angeles e Las Vegas, negli ultimi quattro non sono riuscita ad andarci, ma ci sono stata per 26 anni: là mi vesto tutto in un altro modo, ho tutte le mie parrucche colorate, mi vesto d’azzurro con la parrucca azzurra, o rosa con la parrucca rosa. I miei amici là sono tutti gay, ogni sera abbiamo una festa, siamo sempre vestiti tutti strani…».

Il suo vizio?
«Conservare le cose. Ho collezionato bambole, biancheria intima, camicie da notte, borse, scarpe con il tacco che non mi stanno più. E le acquasantiere, sono vere opere d’arte: c’è una parete piena nella camera azzurra a casa mia. Mio marito però dopo il terremoto non vuole più dormire lì perché ha paura di rimanerci secco… Adesso, dopo il successo di Mille, dovrò iniziare a collezionare ventagli».

Orietta Berti, «Playmen» e «Playboy» le chiesero di posare nuda.
«Mi offrirono cifre da capogiro: ma chi l’avrebbe sentite poi mia madre e mia suocera. Quando una rivista, negli anni Settanta, pubblicò una vignetta con una mia caricatura in barca accanto a un prestante bagnino, mia madre si arrabbiò con me. Cosa c’entro io, se non so nemmeno chi l’ha disegnato?».

La critica che l’ha ferita di più?
«Venire trascurata o maltrattata dalla stampa italiana mi ha fatto sentire un po’ un fantasma e mi ha addolorato, ma come mi è spesso capitato ho preferito girare gli occhi e guardare altrove».

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