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Spettacolo

Patty Pravo: “I Pink Floyd mi accusarono di aver rubato loro un’idea. Virginia Raffaele? Non me la sono presa”

Patty Pravo: “I Pink Floyd mi accusarono di aver rubato loro un’idea. Virginia Raffaele? Non me la sono presa”. Patty Pravo sui Pink Floyd e non solo, la cantante, 74 anni, rivela alcuni retroscena legati agli inizi della sua ultracinquantennale carriera in una intervista a ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Non ha mai pensato di chiedere a qualche sceneggiatore di trasformare il libro in un film?
«Onestamente un’operazione del genere non mi interessa, nonostante il genere stia andando parecchio. Non mi piace ripensare al mio passato. Non passo le giornate a guardarmi indietro. Guardo avanti, piuttosto».

Il suo presente com’ è?
«Pieno di impegni. Sto lavorando a un nuovo disco, il primo dopo tre anni. Conterrà brani inediti».

[…] il suo passato, e lei ha detto che preferisce guardare avanti.
«Il fatto è che non sono una nostalgica. C’è da dire, però, che a Roma sarà una serata speciale, quanto a ricordi. Gioco in casa. Avevo 17 anni quando arrivai al Piper».

Patty Pravo: “I Pink Floyd mi accusarono di aver rubato un’idea”

Come ci arrivò?
«Partendo da Londra a bordo di un Maggiolino bianco. Mi aveva parlato del locale un ragazzo italiano che avevo conosciuto a Londra, dove mi ero trasferita per studiare la lingua. Erano gli anni dei Beatles. C’era un profumo particolare, che si percepiva in tutto: nei ragazzi, nella musica, nei club, nelle idee. Lo ritrovai tra le pareti del locale di via Tagliamento, che diventò nel giro di poco tempo il crocevia principale per la musica dal vivo in Italia».

È vero che al Piper litigò anche con i Pink Floyd?
«Sì. Vennero a suonare a Roma nel 68. Accusarono me e il dj Beppe Farnetti di avergli rubato l’idea di un effetto psichedelico di luci da proiettare sui muri durante i concerti. Uno di loro si avvicinò tutto serio: L’idea è nostra. Andai su tutte le furie».

Come finì?
«Capì che avevamo avuto la stessa pensata. Mi tese la mano: Piacere, Roger Waters».

Le hanno detto che Virginia Raffaele la imita a teatro?
«Sì, l’ho saputo. È brava, no?».

[…] Ornella Vanoni non fu contentissima della sua imitazione: Mi fa passare per una rimbambita, disse.
«Io ci ho riso su. Ci siamo divertite insieme».

Le capita mai di passare davanti al Piper, oggi?
«È successo una volta e ho provato tristezza. La magia svanì già negli Anni ’70, con la disco music. Buttarono via anche i dipinti di Warhol. Peccato che nessuno abbia fatto niente per valorizzarlo come luogo di culto, come il Cavern Club di Liverpool».

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