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Wanna Marchi e figlia: “Non amiamo gli italiani, c’è ne andiamo in Albania. Pentirsi? Lo Stato che dovrebbe fare un passo indietro”

Wanna Marchi e figlia: “Non amiamo gli italiani, c’è ne andiamo in Albania. Pentirsi? Lo Stato che dovrebbe fare un passo indietro”. Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sugli italiani e non solo, le due ex televenditrici parlano del passato e dei progetti futuri in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Marchi, Nobile, perché avete scelto di raccontarvi proprio ora? Un tentativo di riscatto?
Stefania: «Dopo 9 anni di carcere, non abbiamo bisogno di redenzione. È stata Netflix a cercarci. Mia madre Wanna Marchi è stata a lungo la regina della televisione. E, anche se sono 20 anni che cercano di farla fuori, in televisione tornerà. Se non sarà in Italia, sarà in Danimarca, in Sudafrica, ovunque. Questa serie dà la possibilità al mondo di conoscere una parte della sua storia».
Wanna: «È stato Gabriele Parpiglia a propormi questo racconto. Io ho pensato che fosse troppogrande per me l’idea di andare in onda in tutto il mondo. Alla fine ho accettato. Abbiamo già un primo invito per andare a New York».

Come avete reagito alla serie?
Stefania e Wanna: «Abbiamo guardato le quattro puntate. È un bel lavoro, di ricerca e di montaggio. Ma molte verità, importanti per capire la nostra storia, sono state omesse. Forse gli autori hanno intenzione di fare una seconda serie. Ma comunque uscirà presto anche un nostro libro, con tanti altri dettagli che nella serie non sono stati messi. Abbiamo apprezzato molto ciò che ha detto il maestro Do Nascimento nell’intervista. Molto presto vorremmo andarlo a trovare in Brasile. Non l’abbiamo mai più visto né sentito dal 2001. Adesso cercheremo di metterci in contatto con lui. Lo abbiamo sempre considerato un nostro amico».

Wanna Marchi e figlia: “Non amiamo gli italiani di oggi, sono spenti”

Il mago brasiliano fu insieme a voi protagonista dello scandalo di Striscia la Notizia, che portò a galla truffe e minacce collegate alle televendite di numeri del lotto. Le persone credevano a ciò che gli vendevate per liberarsi dal malocchio e si indebitavano. Alcune hanno testimoniato in tribunale e altre, a volto coperto, anche nella serie Netflix. Guardandovi indietro, cambiereste alcune delle scelte fatte?
Stefania: «Nulla. Non mi pare che lo Stato abbia smesso di far giocare i cittadini ai numeri del Lotto. Eppure, conosco gente che in quel modo ha perso la casa. Se non fa un passo indietro lo Stato, non vedo perché Wanna Marchi dovrebbe pentirsi. E poi, se si trattava davvero di persone senza soldi, che si sono indebitate, come hanno raccontato in tribunale, come mai all’epoca riuscirono a pagare 300 milioni di lire ad un mago? Questa è una storia vecchia, per cui abbiamo già scontato 9 anni di carcere».

[…] Cosa fanno oggi Wanna Marchi e Stefania Nobile? In futuro torneranno a vendere?
Wanna: «Io sono in pensione. L’unica cosa che so fare bene nella vita è cucinare e non temo nessun cuoco. Ho anche un diploma, rilasciato dal Comune di Bologna, preso in carcere».

Stefania: «Lavoro nei locali notturni, li ristrutturo. Nel nostro futuro c’è l’Albania. Da quindici anni lavoro in questo settore. Spero che potremo trasferirci a vivere lì molto presto. Ci piace di più la gente. Non amiamo gli italiani di oggi, sono spenti. Un’altra cosa voglio dire: il compagno di mia madre, mio padre, nonché l’uomo più importante della mia vita (Francesco Campana, ndr) , è mancato tre settimane fa. Ora non abbiamo più motivo di fare niente: io mi dedicherò a mia madre e lei a me. Gli amici del passato non esistono più. Qualcuno ora sta provando a riavvicinarsi, ma chi ci ha lasciati non ci interessa più».

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