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Inchiesta Juve, Procura Torino voleva arrestare Agnelli. Indagati Nedved e Arrivabene

Inchiesta Juve, Procura Torino voleva arrestare Agnelli. Indagati Nedved e Arrivabene. La Procura di Torino ha chiuso le indagini sui bilanci della Juventus e inviato 16 avvisi di garanzia ad altrettanti dirigenti bianconeri, tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved e l’ad Maurizio Arrivabene. Secondo i magistrati piemontesi non si tratta di episodi isolati ma di un sistema strutturato, destinato a protrarsi nel tempo e a produrre nuovi reati, ripercuotendosi sui bilanci successivi.

Dalle indagini dei pm del capoluogo piemontese è emerso che per due anni i vertici del club bianconero hanno abbellito i conti aziendali, nascondendo così centinaia di milioni di euro di debiti, gonfiando i valori di acquisti e cessioni dei giocatori. Per questo pochi mesi fa, secondo quanto riporta ‘Il Giornale’, hanno chiesto di arrestare tre alti dirigenti del club: Andrea Agnelli, l’ex direttore generale Fabio Paratici e l’avvocato Cesare Gabasio.

La richiesta è stata respinta, ma non perché non ci fossero indizi di colpevolezza, solo perché il clamore suscitato dagli avvisi di garanzia e delle perquisizioni del novembre scorso era stato tale da rendere improbabile che gli indagati potessero colpire ancora. Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i suoi pm non si sono arresi, e hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame per ottenere gli arresti. Ma intanto hanno deciso di tirare le fila dell’intera inchiesta.

Inchiesta Juve, Procura Torino voleva arrestare Agnelli

Ieri a tutti gli indagati, a partire dai top manager della società, viene notificato l’avviso di chiusura delle indagini che prelude alla richiesta di processo. Nei tre bilanci annuali sotto accusa (2018, 2019, 2020) la Procura ha individuato 216 milioni di perdite non dichiarate. È la prima volta, nella lunga storia della dinastia Agnelli, che un suo esponente viene colpito da una richiesta così pesante da parte della magistratura.

Agnelli & C, oltre all’accusa di falso in bilancio, dovrà aggiungere anche il reato di aggiotaggio informativo poiché trattasi di una società quotata in borsa. Inoltre, sempre secondo le accuse, la Juve raccontava ai media che i suoi giocatori avevano accettato di rinunciare a quattro mensilità di stipendio, come forma di responsabilità in una fase in cui le entrate del club erano drasticamente crollate, ma in realtà non era vero. Il massimo sforzo dei calciatori era stato in realtà rinunciare a uno stipendio; gli altri tre stipendi erano semplicemente stati oggetto di un accordo di posticipo.

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