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Fortunato Cerlino: “Luciano Corleone racconta la nuova mafia. Una frase di Gatteri è eloquente”

Fortunato Cerlino: “Luciano Corleone racconta la nuova mafia. Una frase di Gatteri è eloquente”. Fortunato Cerlino su Luciano Corleone, l’attore napoletano, 52 anni, parla della nuova fiction di Canale 5 in onda da questa sera, mercoledì 13 settembre, in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Fortunato Cerlino è Don Luciano Corleone: un nome, un destino.
«Sono quei nomi che evocano tanto. Anche se questa è una serie che si concentra molto sulla vicenda di Maria, il tema è la saga della famiglia, i rapporti familiari, come le vite delle persone siano condizionate dal passato. Temi che arrivano da lontano, dalla tragedia greca».

[…] Qui intepreta un imprenditore siciliano vicino alla mafia.
«Il soggetto della serie è di Pietro Valsecchi, che ha avuto l’intuizione di raccontare la mafia per quello che è oggi. Non bisogna pensare ai mafiosi come a qualcosa di antico, magari ci siamo stati a cena ieri sera, ma non lo sappiamo, sono persone che mandano i figli a studiare alle università migliori, il procuratore Nicola Gratteri ha detto che “hanno sostituito il bang della pistola con il clic del mouse”».

Fortunato Cerlino: “Luciano Corleone racconta la nuova mafia”

Cosa salva di questo personaggio?
«Se parlo come l’attore che lo interpreta, allora dico che noi siamo tenuti a capire le ragioni del personaggio e a difenderle nel gioco scenico. Come Fortunato Cerlino e come essere umano la risposta è diversa».

Come uomo cosa risponde?
«Credo sia arrivato il momento di riflettere dove portano questi personaggi e che influenza hanno nella famiglia e nella società civile. C’è un’aberrazione antichissima e quasi patriarcale, molto maschile, alla base di una serie di violenze, la stessa violenza sulle donne è basata su questa filosofia maschilista. Io sono cresicuto a Pianura, il quartiere di Napoli chiamato Far West, il primo morto l’ho visto a dieci anni».

Lei come si è salvato?
«C’è stata una donna nella mia vita, la mia maestra delle elementari Giulia, una donna illuminata, che mi ha aiutato a vedere delle cose in un ambiente losco e fosco e mi ha fatto capire che ero un essere umano. Ne ho parlato nel libro “Se vuoi vivere felice” pubblicato da Einaudi di cui sto scrivendo la sceneggiatura».

Tornerà al cinema con una storia autobiografica?
«Sarò regista e sceneggiatore, il protagonista sarà Salvatore Esposito, che nella serie “Gomorra” interpretava mio figlio Genny Savastano e che qui interpreterà me a quarant’anni: un uomo che sta per diventare padre e torna indietro a raccontare di sé bambino e i primi anni della sua vita».

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