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Kasia Smutniak: “Guerra porta fragilità in Polonia. Si corre un rischio con i rifugiati ucraini”

Kasia Smutniak: “Guerra porta fragilità in Polonia. Si corre un rischio con i rifugiati ucraini”. Kasia Smutniak sulla guerra e i risvolti sociali in Polonia, l’attrice 44enne parla della situazione nel suo Paese in una intervista a ‘7’ per ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Il 15 ottobre la Polonia vota dopo otto anni che hanno profondamente segnato la società, oggi divisa su tutto: lettura del passato e progetti per il futuro, diritti delle donne, famiglia, ambiente, rapporti con l’Unione europea. Proprio guerra e immigrazione sono finite al centro di una campagna elettorale brutale.
«Il muro per fermare i migranti è diventato il tema principale e questa campagna è stata piena di colpi bassi, dominata dal populismo e da un linguaggio che semplifica anziché aiutare a riflettere sulle cause delle crisi. Siamo in un momento di fragilità conseguenza della guerra e può bastare davvero poco per trasformare in un attimo i rifugiati ucraini in un problema politico, in un gruppo da prendere di mira. È una fase molto pericolosa».

Lei andrà quindi a votare?
«Certo e spero in un cambio di rotta. Siamo sempre stati un Paese strategico per l’equilibrio tra Russia e America, da queste elezioni dipende molto anche per la nostra Europa unita e senza confini. Chissà se quell’Europa esiste ancora».

Video di denuncia e richieste di aiuto viaggiavano e viaggiano tuttora su Facebook e TikTok: la stessa costruzione del documentario dimostra le grandi potenzialità di uno strumento che spesso facilita la distorsione del reale. I social sono conciliabili con la verità?
«Basta che lo vogliamo. Cogliere questa possibilità significa aprire mondi. La verità non piace a nessuno, non è popolare, ma se vogliamo davvero arrivarci i social possono essere una strada».

Anche nella rappresentazione del corpo e della bellezza che cambia?
«Dobbiamo riprenderci il modo di rappresentare noi stessi. Prima ero più timida ma oggi esigo rispetto per i segni che porto sul volto. Sono io e nessun altro a decidere come raccontare il mio corpo. La mappa delle emozioni è la nostra storia».

Nessun filtro dunque, come nelle foto di Riccardo Ghilardi che ospitiamo in copertina e in pagina e che esaltano le discromie della pelle. Una scelta di libertà condivisa da personalità molto diverse, da Kesha a Lady Gaga, da Isabella Rossellini a Michelle Pfeiffer, Cindy Crawford, Julia Roberts…
«Lavorare sull’immagine dà una grande responsabilità nei confronti dei giovani, delle ragazze che sono circondate da modelli non raggiungibili, fuori dalla realtà. Nella serie televisiva Domina interpreto Livia Drusilla, la terza moglie dell’imperatore Augusto, una donna forte e sicura. Come potrei trasmettere forza e sicurezza se io per prima non fossi sincera con me stessa e con gli altri?».

Con la fuga del tempo che rapporto ha?
«Proprio il tempo ci ha permesso di fare esperienze e trovare il nostro modo di entrare in relazione con il mondo. È il passare del tempo a renderci più interessanti e per questo più belle».

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