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Cronaca

Non regge al dolore per la morte dell’unico figlio: Marisa trovata morta suicida a casa dell’ex marito

Non regge al dolore per la morte dell’unico figlio: Marisa trovata morta suicida a casa dell’ex marito. Non regge al dolore per la morte dell’unico figlio, così, Marisa Belloni, 72 anni, ha deciso di togliersi la vita. La donna era la madre del professor Mauro Pamiro, 44 anni, insegnante di informatica all’Istituto Galilei. Mauro è stato trovato morto a giugno del 2020 nel cantiere di via don Primo Mazzolari, dopo essere precipitato dal tetto di un edificio in costruzione. Il giudice per le indagini preliminari ha concluso che si è trattato di un tragico incidente e ha chiuso il caso lo scorso 6 settembre.

Negli ultimi tre anni, Marisa ha sofferto profondamente per la perdita del suo unico figlio, ed era convinta che la morte di Mauro non fosse stata accidentale ma un omicidio. Ha fatto del suo meglio per mantenere l’attenzione sulla morte del figlio, inclusi incontri quotidiani con suo ex marito Franco. Ed è proprio Franco, tornato a casa dopo aver partecipato a un programma televisivo su Telelombardia per mantenere viva l’attenzione sulla morte del figlio, a scoprire la tragedia martedì.

Marisa e Franco si incontravano regolarmente con i loro avvocati, Antonino Andronico e Gianluigi Tizzoni, nel tentativo di trovare nuovi argomenti per riaprire il caso. Era previsto un incontro con gli avvocati il 3 novembre.

La battaglia legale

La battaglia legale era iniziata quando il pubblico ministero aveva aperto un’indagine per omicidio nei confronti della moglie di Mauro, Debora Stella, il che aveva poi portato a una richiesta di archiviazione. Tuttavia, i genitori di Mauro, Marisa e Franco, si erano fortemente opposti a questa decisione. Il giudice per le indagini preliminari aveva quindi ordinato ulteriori esami condotti dal pm Davide Rocco, che aveva nuovamente raccomandato di chiudere il caso, raccomandazione accolta il 6 settembre.

Nella sua decisione finale, il giudice per le indagini preliminari ha sottolineato che al momento della sua tragica caduta, Mauro Pamiro era sotto l’influenza della cannabis, una sostanza che aveva usato regolarmente negli ultimi sei mesi della sua vita. L’alterazione confermata del suo stato mentale e fisico a causa del consumo di cannabis ha portato alla conclusione che le sue azioni fossero più il risultato di un giudizio compromesso piuttosto che di un tentativo deliberato di suicidio.

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