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Spettacolo

svegliaginevra: “Australia? Se non ci fossi andata non sarei ciò che sono ora. C’è differenza tra i miei 3 dischi”

svegliaginevra: “Australia? Se non ci fossi andata non sarei ciò che sono ora. C’è differenza tra i miei 3 dischi”. svegliaginevra sull’Australia e non solo, la cantautrice beneventana, 32 anni, parla del suo nuovo album “Nessun dramma” in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Raccontaci di questo nuovo disco, cosa significa per te “Nessun dramma”?
«Ho cominciato a scrivere questo disco circa un anno e mezzo fa e quando ho avuto tutte le tracce davanti a me ho capito che “Nessun dramma” era il filone che le legava tutte. Cerco sempre di prendere la vita con leggerezza anche e soprattutto quando ci sono esperienze brutte o drammatiche e vorrei che tutti, io per prima, capissimo e accettassimo che bisogna andare avanti anche di fronte a quelle, addirittura traendone nuovi insegnamenti».

[…] A proposito di movimento musicale femminile, l’anno scorso parlando di Spotify Equal, hai detto: «Siamo sulla via, siamo all’inizio ma sono fiduciosa». Ora sei stata scelta come ambassador proprio di questo progetto per il mese di novembre. Come ti senti e cosa significa per te?
«Innanzitutto sono molto onorata per questa nomina. Per me è importante perché mi sento profondamente parte di questo movimento. Ho comunque trent’anni e per quanta strada ancora io abbia davanti faccio musica da tempo e so cosa vuol dire essere una donna in questo settore, in cui siamo ancora una minoranza. So quanto sia difficile emergere per una donna, e quanto sia importante avere un progetto come questo come riferimento, un supporto da persone con più esperienza che possano dire “okay ragazze, ce la possiamo fare. Abbiamo una voce anche noi ed è il momento di tirarla fuori”».

svegliaginevra: “Australia? Se non ci fossi andata non sarei ciò che sono ora”

[…] Per quanto riguarda la tua esperienza internazionale sappiamo che hai suonato per molto tempo in Australia. Quanto e come ti ha influenzata questa esperienza nel tuo percorso artistico? Lo fa ancora?
«Inizialmente sono andata in Australia proprio perché scrivevo in inglese e purtroppo in Italia le possibilità di emergere per chi lo fa sono sicuramente più basse. Sapevo infatti che tornando in Italia sarei dovuta tornare a scrivere in italiano. Ma è sicuramente un’esperienza che mi ha fortificata e mi ha fornito un importante bagaglio culturale, ho scoperto tanti posti e nuovi parti di me. Andare in Australia ha spezzato quella mia routine che mi impediva di vedere tutti gli aspetti su cui dovevo crescere. Un’esperienza come questa, così lontana dalla tua “comfort zone” tira fuori sicuramente nuove caratteristiche di te che non conoscevi. Porterò sempre con me questa esperienza perché se non fossi mai andata lì non sarei mai tornata per realizzare il mio progetto in italiano ed essere tutto ciò che sono ora».

Come descriveresti il tuo percorso artistico in questi anni, quali sono stati i cambiamenti che lo hanno caratterizzato?
«Potrei stare le ore a rispondere a questa domanda! Quello che posso dire è che a disco finito erano estremamente evidenti le differenze tra questo e il primo. Il primo l’ho scritto molto d’istinto e per necessità, perché ero io ad avere bisogno di spiegare me stessa e ciò che mi circondava. Il secondo è stato sicuramente un disco di sperimentazione, volevo capire esattamente in che direzione stessi andando, come artista e come persona. Il terzo è arrivato nel momento esatto in cui capito quanto fosse grande quello che sto facendo, perché vorrei arrivasse a più persone possibili. Ho studiato un modo per semplificare il mio linguaggio, cercando di cogliere momenti o tematiche che potessero coinvolgere tutti, a partire da me stessa. Posso dire quindi che il cambiamento più grande è stato sicuramente nel mio modo di comunicare».

A proposito di linguaggio, l’anno scorso dicevi che il tuo obiettivo per questo disco era proprio quello di ampliare il tuo vocabolario. Com’è andata?
«Io mi ritengo soddisfatta. Chiaramente sto già pensando a come migliorare ancora su questo aspetto per il quarto disco, ma posso dire che con “Nessun dramma” mi sono avvicinata tantissimo a quello che ho sempre voluto fare, con le parole tanto quanto con la musica».

Se per questo disco l’obiettivo era ampliare il vocabolario, quale sarà l’obiettivo del prossimo?
«Sicuramente in parte sarà lo stesso, ma cercando di sviluppare ancor meglio il mio modo di affrontare le tematiche più complesse. Il mio obiettivo è quello di semplificare al massimo, per potermi spiegare sempre meglio. Sono cresciuta con Lucio Battisti e Vasco Rossi come modelli, per me poche parole sono in grado e devono esprimere concetti molto grandi».

 

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