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Militello: “Striscioni pane quotidiano, Calcio cambiato per un aspetto. La mia compagna ultima donna in Serie A”

Militello: “Striscioni pane quotidiano, Calcio cambiato per un aspetto. La mia compagna ultima donna in Serie A”. Cristiano Militello sugli striscioni e non solo, l’attore, comico e inviato di “Striscia la notizia”, 65 snni, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Oggi quanti striscioni e cartelli ha visionato per la sua rubrica?
«Considerando che lo faccio soprattutto la sera quando sono più tranquillo, finora sono a una quindicina».

Una media giornaliera?
«Un centinaio, tra quelli che trovo online e quelli che arrivano a “Striscia” o che mi mandano amici vari».

[…] A settembre 2024 saranno 20 anni dal suo esordio a “Striscia la notizia”. Pensava di durare tanto?
«No, anche perché prima, portando altre idee, ero già stato “rimbalzato” un paio di volte. Antonio Ricci è stato molto bravo a dosarmi».

Il materiale che usa è inesauribile.
«Il calcio mantiene la freschezza perché ogni weekend dà materiale nuovo».

Ormai non solo striscioni, ma anche cartelloni.
«Le insegne sbagliate, gli annunci strampalati, i cognomi strani. Mentre lo “striscione” allo stadio è il mio marchio di fabbrica, i cartelli li abbiamo trovati strada facendo, la gente ha cominciato a mandarmi sfondoni, notizie buffe, la poetica era un po’ quella».

Il tema intramontabile?
«L’ortografia! Spesso anche la distrazione. Sui manifesti ci sono errori incredibili: possibile che nessuno si accorga? Si fatica a scegliere».

Ne scelga uno.
«Un annuncio immobiliare con errore: “Bellissima villetta immerda nel verde”».

Militello: “Striscioni pane quotidiano, Calcio cambiato per un aspetto”

Ha visitato gli stadi di Serie A, B, C e dilettanti. Com’è diventato il calcio?
«L’energia è inferiore, negli Anni 80 e 90 arrivavi allo stadio due ore prima ed era già pieno, la gente cantava, rullavano i tamburi, ora prevale, specie in quelli di Serie A e B, la logica del luna park e le musiche assordanti che coprono i cori sugli spalti e il boato del gol».

E i tifosi?
«Innanzitutto sono calati, ormai in tv c’è il calcio a tutte le ore su tutti i canali. E quello spirito, il folklore e la goliardia, li ritrovi soprattutto a livello dei dilettanti».

Per chi urla slogan razzisti e insulti c’è rimedio?
«Noi di “Striscia”, neanche per sbaglio o per condannarli, non abbiamo mai puntato i nostri riflettori su un certo tipo di messaggi, questo è l’antidoto. Scegliamo di valorizzare un altro tipo di tifoso: quello che va allo stadio semplicemente a divertirsi e fare il tifo».

L’ultima volta che ha visto una partita comodamente sul divano?
«Italia-Ucraina. Seguo sempre volentieri la Nazionale, sono amico di Luciano Spalletti che è una persona eccezionale oltre che un allenatore capace».

Quando è andato allo stadio non per lavoro?
«Vado a vedere i miei figli Anna e Filippo, che giocano entrambi a calcio. A parte questo, sono andato a Empoli-Milan. La mia compagna, Elena, è la speaker dell’Empoli, l’unica donna di Serie A. In quel caso lei ha detto ben poco, le formazioni e le sostituzioni, perché l’Empoli ha perso 3 a 0».

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