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Caterina Murino: “Nuda? Mi imbarazza solo in un caso. In Cina mi ruppi una gamba e trovai l’amore”

Caterina Murino: “Nuda? Mi imbarazza solo in un caso. In Cina mi ruppi una gamba e trovai l’amore”. Caterina Murino nuda? l’attrice e registra sarda, 46 anni, tra le altre cose, dice la sua sulle scene senza veli parlando della sua carriera in una intervista ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Dov’è cresciuta?
«Prima a Sant’Antioco, un isolotto che è una specie di micro perla in mezzo a un mare meraviglioso dove giocavo per strada a pallone con mio fratello e avevo sempre le ginocchia insanguinate».

Suo padre cosa faceva?
«Lavorava nella sede dell’Enel lì vicino. Aveva terre e frantoio, che dava l’olio. Alla mia seconda elementare ci siamo trasferiti a Cagliari. Ho avuto una bella infanzia, fino al passaggio ingrato alla prima adolescenza».

Perché?
«Ero parecchio cicciotella, ballavo, mi chiamavano l’ippopotamino rosa col tutù. Quella fragilità lì, anche dopo che il corpo si era trasformato e gli uomini mi guardavano, ti resta dentro. Ho cominciato a lavorare presto».

Caterina Murino: “In Cina mi ruppi una gamba e trovai l’amore”

Con i concorsi di bellezza.
«A 17 anni sono diventata Miss Sardegna, ma alle selezioni nazionali vinse Alessandra Meloni, altra ragazza sarda. Lo presi come un gioco. Tre anni dopo, nel ’97, ho ripartecipato e sono arrivata quinta. Ricordo Silvia Toffanin, Christiane Filangieri, Annalisa Minetti, Mara Carfagna che si comportò da amica vera. Più tardi mi aiutò ospitandomi a casa a Roma, ma non ci vedevamo mai perché lei iniziava a fare tv. Facevo la spola con Milano, dove ho vissuto per un anno da un’anziana vedova che mi dava in affitto una stanza. Era fissata che asciugassi i vetri della doccia ogni volta che la facevo, mangiavamo minestrone ogni sera. Cominciai a fare una marea di pubblicità, caffé, carte di credito…».

Primo amore?
«Un coetaneo alle medie, ci lasciavamo, ci ritrovavamo, ci inseguivamo. Il primo amore vero con un ragazzo che ora è felicemente sposato e vive a Bruxelles, lo invitai all’anteprima belga del mio 007».

[…] Parliamo della danza del ventre.
«La praticavo in palestra, non mi sono mai esibita. È legata alla mia giovinezza, quando per un fidanzato andai a vivere in Libano, per tre anni, dal 2000 al 2003. Era il periodo d’oro di Beirut, ho conosciuto la ricostruzione, la voglia di vivere di quel meraviglioso Paese, oggi ahimé completamente distrutto».

Caterina Murino: “Nuda? Mi imbarazza solo in un caso”

[…] Ha vissuto un periodo in Cina.
«Nel 2008 fui invitata ai festival di Pechino e Shangai. Feci un cortometraggio e mi ruppi una gamba, in ospedale conobbi un medico australiano con cui mi fidanzai. Lì ho girato un film, una favola ecologista e un terzo lavoro dove sono una grande cuoca europea. I set sono rituali».

In che senso rituali?
«Al primo ciak c’è la cerimonia dell’incenso, oppure non si gira l’8 e il 10 perché considerati numeri sfortunati. Comunicavo a gesti. Sono diversi da tutto il resto del mondo, poi ci sono le incomprensioni se fingono di non capirti. Quando uscii dall’ospedale abbracciai tutti i medici: rimasero pietrificati. Non ci sono abituati».

Proposte indecenti?
«Mai, sarà che sono cresciuta in Sardegna dove vige un matriarcato potente. Sono una che si arrabbia per le sofferenze in Iran e nei paesi in cui le donne vengono sottomesse e prepotentemente spinte a credere di essere inferiori agli uomini».

Le imbarazzano le scene di nudo?
«Quelle davanti sì, per i glutei sono meno difficile. Ma devono essere giustificate».

Mai avuto un toy boy?
«Mai, solo coetanei. Toy boy e trasgressioni tipo escort boys non fanno per me, mi è bastato andarci per finta in una serie tv. Ma sulla vita privata sono una riservata donna sarda».

Le manca non avere figli?
«È un dolore, non un dispiacere. L’ultima volta che ci siamo parlati le dissi che i miracoli esistono. A 46 anni credo che chi distribuisce i miracoli si sia dimenticato di me. La mia vita è tra il cinema, l’Amref, la mia associazione che crea gioielli per aiutare gli artigiani sardi i cui proventi vanno in parte in beneficenza, e la difesa degli animali abbandonati. Mi batterò con tutte le mie forze per cercare di migliorare questa Terra. Se qualche volta riuscissimo a non pensare solamente a noi stessi… basta non voltarsi dall’altra parte» […].

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