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Bettarini: “Lontano dalla Tv per un motivo. Milan e Juve non mi hanno preso perché stavo con Simona Ventura”

Bettarini: “Lontano dalla Tv per un motivo. Milan e Juve non mi hanno preso perché stavo con Simona Ventura”. Stefano Bettarini lontano dalla Tv per un motivo, è lo stesso ex calciatore toscano, 52 anni, a rivelarlo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] La notorietà non le manca?
«Ho giocato 17 anni, altrettanti li ho passati nel mondo dello spettacolo. Difficile che le persone mi dimentichino. Può non riconoscermi un bambino di 13 anni, ma in quei casi interviene subito il padre. “Lo sai chi è lui?”. Vivrei bene anche se le persone non mi fermassero per strada, ma questo purtroppo non avviene».

Anche su Instagram è fermo da oltre un anno.
«I social sono finzione, vengono usati per mostrarsi in un modo che non corrisponde alla realtà. Ho voluto ritrovare me stesso, avevo bisogno di ripulirmi e di non farmi più sfruttare da una televisione che ho smesso di riconoscere».

Eppure ha partecipato a 11 reality.
«Ho iniziato per divertimento, per riempire lo spazio lasciato vuoto dal calcio. Piacevo alla gente per la mia schiettezza, la mia sincerità. Funzionavo e mi hanno sfruttato fino alla fine. Finché mi è piaciuto, l’ho concesso. Poi però non ho gradito il trattamento ricevuto nell’ultima esperienza».

Bettarini: “Lontano dalla Tv per un motivo”

Grande Fratello Vip 2020: dopo tre giorni la squalificano per bestemmia.
«Porca madosca è una bestemmia? Semmai è un modo per evitarla, sono anche credente. La verità è che mi avrebbero cacciato per un qualsiasi altro motivo. Dovevano trovare un pretesto e hanno trovato quello più triste. Per ciò che ho sempre dato a Mediaset, mi sarei immaginato un trattamento diverso. Sono stato bandito dalla rete, nessuno mi ha dato la possibilità di spiegare la mia versione. Ma si sa, nella tv come nel calcio non c’è riconoscenza».

E qual è la sua versione?
«Dentro la casa c’erano delle donne con cui avevo avuto una storia, temevano che potessi svelare qualcosa. Si sono lamentate con i loro agenti, che hanno fatto pressione sugli autori. Mi hanno puntato la telecamera addosso 24 ore su 24, prima o poi la cavolata me l’avrebbero fatta pagare. Fra i potenti vincono i potenti, non Stefano Bettarini. Ma io sono diverso da chi subisce un’ingiustizia e sta zitto per convenienza: se ledi la mia immagine, te la faccio sudare. Ti puoi chiamare anche Signorini, che ho fatto rinviare a giudizio per diffamazione insieme a Patrizia Groppelli a causa di un articolo pubblicato su Chi in cui venivo definito un uomo da tenere lontano, tutti muscoli e poca sostanza. Ad aprile ci sarà la prima udienza».

Quante donne nella sua vita: la bellezza l’ha penalizzata?
«Nel calcio sì. Ero uno dei pochi sinistri naturali ma quando il procuratore mi proponeva ai top club, la risposta era sempre la stessa. “È sposato con Simona Ventura, in testa avrà solo cene ed eventi”. È successo con Milan e Juve, che in quel ruolo avrebbero avuto bisogno».

Bettarini: “Milan e Juve non mi hanno preso perché stavo con Simona Ventura”

Come ha conosciuto Simona Ventura?
«Ero in vacanza in Sardegna. Scendo dalla moto d’acqua, mi tolgo il giubbotto di salvataggio. Lei si gira verso Domenico Zambelli, il suo assistente. “Ah, però!”, esclama. La sera mi invita a cena a un evento, con me anche i 12 amici con cui ero partito. La madre non la prende bene. “Perché hai chiamato tutte queste persone?”. Poi mi vede e si gira verso la figlia. “Ok, ora ho capito”».

Tutto la Ventura ha fatto insomma.
«Sì, proprio tutto. Compresa la separazione. È abituata a cantarsela e suonarsela».

Ma anche lei ci ha messo del suo.
«Non sono mai stato uno stinco di santo, ma davanti a una separazione le responsabilità sono sempre 50 e 50. Quando giocavo in altre città, ero sempre io a correre a casa dopo una partita per stare con moglie e figli. Avrei avuto bisogno della sua presenza, certe mancanze le ho accusate. Se preferisci la carriera alla famiglia, prima o poi la paghi».

È stato accusato di averla tradita più volte però.
«Mi hanno fatto passare come un donnaiolo perché era la soluzione più comoda, ero io quello mediaticamente più debole. Poi è venuto fuori che in realtà la separazione è avvenuta in seguito a un suo tradimento. Ingaggiai un investigatore privato, tenni la cosa nascosta per un po’ ma poi sbottai. Se avessi aspettato, avrei scoperto molto altro. La chiamai, dopo due secondi avevo il suo avvocato in casa».

Bettarini: “Mio figlio vivo per miracolo e chi lo ha accoltellato è libero”

[…] Nel 2018 vostro figlio Niccolò, oggi 25enne, viene accoltellato fuori da una discoteca.
«Avevo il cellulare offline come sempre quando vado a letto. La mattina successiva un amico viene a suonarmi al campanello. “Chiama Simona e vai a Milano, tuo figlio è in fin di vita”. Tredici coltellate, è vivo per miracolo, ma ci è mancato poco e avrebbero colpito il polmone. Chi lo ha aggredito oggi è libero, pensavo di poter credere di più nella giustizia e invece sono rimasto deluso».

La giustizia, quella sportiva, nel 2004 la squalifica per cinque mesi.
«Un ex compagno era finito in un giro di scommesse e venne intercettato. Durante una conversazione per una partita che doveva finire in parità uscì la frase “Il Bello ci fa girare le palle” riferito a me, che non ne volevo sapere. Venni incriminato per omessa denuncia. Una sera mi entrarono in casa 20 poliziotti in borghese con le tv già fuori ad aspettarmi. Preciso che nessuno provò a corrompermi, perché non avrebbe avuto possibilità. Ma, se anche avesse cercato di farlo, non sarei andato a denunciarlo alla procura federale. Non sono uno spione. Dopo 9 anni di tribunali sono stato assolto in formula piena per non aver commesso il fatto, anche se in pochi ne hanno parlato».

[…] Da sette anni sta con Nicoletta Larini, che ne ha 22 meno di lei.
«Non sono mai stato con donne più giovani, lei all’inizio non sapeva neanche chi fossi. Pensavo sarebbe durata come da Natale a Santo Stefano, invece i suoi valori mi hanno conquistato. È una persona sana, virtù rara in questo mondo».

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